Di Ortensio Zecchino, presidente Biogem
Dieci anni fa, in una solenne cerimonia, alla presenza di folte rappresentanze politiche, accademiche e scientifiche, Rita Levi Montalcini teneva a battesimo Biogem, nella sua sede di contrada Camporeale in Ariano Irpino. Iniziava così l’avventura della sua vita in una località ricca di storia, non solo per la presenza delle antiche masserie con le ormai fatiscenti architetture sei-settecentesche, ma anche per essere stata teatro di un evento di grande rilievo nella vita del Mezzogiorno d’Italia. Nella distesa di Camporeale, nel 1140, fu infatti allestito un grande ‘campo-reale’, per ospitare il re Ruggero II e le centinaia di baroni e feudatari, con i rispettivi seguiti, convenuti dall’intero territorio del nuovo Regno, esteso dalla Sicilia al Tronto. Nell’odierna contrada Camporeale si tenne infatti il primo ‘parlamento’ nel quale fu promulgata la Costituzione del neonato Regno (le “Assise di Ariano”).
La scelta di quella località a sede di Biogem, nel nostro tempo, è stata però, e resta tuttora, una scommessa: la scommessa che anche nel Mezzogiorno interno, lontano da grandi centri urbani e dai tradizionali circuiti delle istituzioni di ricerca, potesse sorgere e possa prosperare un Istituto attivo sulle più avanzate frontiere della ricerca biomedica, con tutto il connesso indotto; la scommessa di offrire un contributo nella battaglia contro il sottosviluppo del Mezzogiorno, puntando su cultura, ricerca e innovazione, attraverso l’estensione del ‘sistema della ricerca’ anche al Mezzogiorno interno, tradizionalmente tagliato fuori da tali prospettive; la scommessa di non accettare passivamente la politica di un neocentralismo che sta impoverendo le zone interne, aggravando i problemi delle aree conurbate, con peggioramento della loro stessa qualità di vita.
Gli inizi furono molto difficili e stentati, con la sede pronta e attiva solo per un terzo della sua reale consistenza. In dieci anni molto è cambiato dal punto di vista strutturale: il complesso è stato completato, divenendo pienamente operativo nella sua interezza; sono state introdotte rilevanti modifiche funzionali ed estetiche (la landa deserta di allora è oggi un ricco uliveto di piante centenarie che, insieme ad un suggestivo giardino botanico, fa da cornice al complesso edilizio); si è realizzato un forte potenziamento delle attrezzature scientifiche; si è attuato un imponente piano di riduzione dei costi energetici, grazie ad impianti fotovoltaici ed eolici e ad adeguate coibentazioni; si è realizzato un imponente edificio a due piani in acciaio e vetro destinato a servizi didattici e culturali (Museo di Storia della terra e della vita – Biblioteca – Sala Convegni); si è, infine, realizzata una nostra residenza per ricercatori e studenti nel centro urbano di Ariano.
Biogem, infine, ha sensibilmente ampliato e potenziato la sua mission originaria, strutturandosi in tre aree distinte e tra loro autonome: “Genetics and Translational Medicine” (GTM), “Medicinal Investigational Research” (MIR), “Life and Mind Science School” (LIMSS). Rinviando alle schede descrittive delle rispettive attività, va da subito sottolineato che: 1) con l’istituzione dell’area “Genetics and Translational Medicine”, la tradizionale attività di ricerca biomedica ha assunto un più marcato orientamento traslazionale, per essere sempre più direttamente al servizio della salute; 2) con l’area “Medicinal Investigational Research” si è aperto il nuovo fronte della ricerca farmacologica (con strutture e tipologie di attività uniche nel Mezzogiorno, come laboratori per la sperimentazione preclinica di farmaci, operanti con modalità certificate e controllate dal Ministero della Salute [GLP], come un laboratorio di produzione di proteine a scopo farmaceutico e come un laboratorio di nutraceutica); 3) con l’istituzione della “Life and Mind Science School”, innovando rispetto alla tradizione degli Istituti di ricerca, si è voluto fare diventare Biogem anche centro di alta formazione (corsi di laurea magistrale, dottorati di ricerca e master in convenzione con Università italiane e straniere; propri corsi di formazione post-laurea organizzati con grandi imprese nazionali ed internazionali [si veda scheda specifica UIIP ]).
Biogem, inoltre, non ha inteso chiudersi nel ristretto recinto della ricerca scientifica biomedica. Ogni anno a settembre organizza, perciò, il meeting “Le Due Culture“: convegni scientifici, incontri letterari ed eventi artistici ispirati alla logica del dialogo tra umanisti e scienziati intorno a temi ‘fondamentali’. Nella stessa logica ha allestito un Museo di storia della vita e della terra (Biogeo), ricco di reperti significativi e di attrazioni multimediali, per assolvere al dovere di diffondere la conoscenza della ‘nostra’ storia e di accrescere nelle nuove generazioni meridionali l’interesse verso il mondo scientifico.
Il cammino che è davanti a noi continua a non essere facile – aggiungendosi alle difficoltà specifiche della nostra condizione, quelle di un contesto generale non prospero e non particolarmente sensibile verso il mondo delle Ricerca scientifica e verso il Mezzogiorno – ma, l’aver superato bene la difficile infanzia, con un trend di crescita ininterrottamente positivo (si veda la scheda “numeri della crescita”), induce l’intera comunità di Biogem a perseverare nell’impegno con coraggio e fiduciosa speranza nel futuro.