“Nessuna parte d’Italia è pronta a un terremoto, forse a terremoti di intensità medio-bassa perché si è lavorato tanto sulle strutture. Le realtà che come l’Irpinia hanno subito un forte sisma hanno sicuramente una maggiore sensibilità e cultura”. A parlare è il professor Mauro Dolce, direttore del servizio sisma della Protezione civile nazionale, a Lioni nel 39esimo anniversario del terremoto del 23 novembre 1980. È il giorno del ricordo e il delegato del numero uno nazionale Angelo Borrelli, trattenuto altrove da un’emergenza, dice: “Con 6.9 di magnitudo il terremoto d’Irpinia è stato il più forte degli ultimi 110 anni. Fu un evento che doveva rappresentare una svolta e lo è stato per la Protezione civile, grazie all’opera di Giuseppe Zamberletti, il nostro padre fondatore, scomparso lo scorso gennaio. Oggi gli epicentri si individuano in pochi secondi, allora ci vollero tre giorni”.
“Attualmente lavoriamo soprattutto per migliorare la prevenzione, strutturale e non strutturale. La prima è fondamentale nei terremoti per salvare i beni ed è un compito di lungo termine con un fabbisogno di centinaia di migliaia di euro, soprattutto sul costruito privato. La prevenzione non strutturale è invece diffusione della cultura di Protezione civile. Un piano di Protezione civile che è un pacchetto di carta in un cassetto non serve a nulla”, aggiunge il professore e annuncia: “Con l’IT-Alert copriremo l’ultimo miglio, cioè ad eccezione dei terremoti potremo predire e allertare via cellulare, con una precisione di pochi minuti, i cittadini presenti in una determinata cella telefonica. A metà dell’anno prossimo saremo operativi per allerte meteo e maremoti”.
Roberta Santaniello, delegata del presidente De Luca alla Protezione civile e presidente del Comitato ricostruzione Sisma ’80, spiega: “La Regione Campania è riuscita a muovere 90 milioni di risorse impegnate e 60 liquidate. Quasi tutti i Comuni hanno risposto alle nostre convocazioni finalizzate a spiegare come spendere i fondi e questo è un fatto positivo che conferma la bontà del nostro lavoro. Nel quarantennale organizzeremo come Regione Campania una serie di iniziative”. Accanto a lei il vicepresidente della Giunta regionale Fulvio Bonavitacola, la presidente del Consiglio regionale Rosetta D’Amelio e il consigliere regionale Maurizio Petracca (leggi qui gli interventi).
Parlano di necessità nel presente di lavorare sulla memoria e per frenare lo spopolamento di luoghi che troppo hanno pagato in termini di vie umane, il sindaco di Lioni Yuri Gioino e il presidente del Forum dei giovani locale Michele Di Sapio. Al tavolo pure Claudia Campobasso, dirigente del Genio civile: “E’ evidente il progresso compiuto dalle associazioni di volontariato che oggi compongono la grande famiglia della Protezione civile”. E Italo Giulivo che snocciola i numeri del sisma, quei 2914 morti, gli oltre 8mile feriti, il disastro infrastrutturale che rappresentò quella scossa infinita e il lavoro compiuto da Zamberletti. A lui è dedicato un minuto di silenzio e a lui è rivolto anche il ricordo commosso dell’ex sindaco di Valva, Michele Figliulo, componente del Comitato per la ricostruzione: “Il Comitato esiste per effetto di legge regionale che ha pensato bene di chiudere quel capitolo, dato che è una brutta abitudine italiana quella di lasciare le cose incompiute. Il 94% delle domande per la ricostruzione è stato evaso. Il restante 6% è stato fermo da quasi venti anni perché lo Stato non mandava più soldi. Ma nel mio territorio, l’alta Valle del Sele, Zamberletti con un’ordinanza portò l’acqua nei paesi, perché prima da noi in casa non c’era, e ancora oggi noi diciamo che quella è l’acqua di Zamberletti”.