Ancora scontro tra Fiom Cgil e proprietà alla Sirpress di Nusco. Negli uffici di Confindustria ad Avellino l’atteso incontro oggi tra sindacati, RSU e azienda. In ballo 40 assunzioni da pescare totalmente, secondo le organizzazioni sindacali, tra gli operai ex Almec e non tra giovani lavoratori. Sulla scorta di un accordo firmato nel 2011, quando il gruppo Sira acquistò all’asta la fabbrica fallita.
Nel corso dell’incontro, riferiscono fonti dell’Unione Industriali, “la direzione aziendale ha manifestato ampia disponibilità al confronto, ribadendo la volontà di salvaguardare il giusto equilibrio tra l’esigenza di immettere giovani per garantire il futuro dell’azienda in una prospettiva di medio termine e quella di continuare ad assorbire i lavoratori ex ALMEC che non hanno ancora trovato una collocazione.
Dopo una lunga discussione non è stato possibile raggiungere un accordo per la posizione intransigente della FIOM CGIL che ha preteso l’immediato inserimento di 27 lavoratori ex ALMEC, quelli che hanno partecipato alle proteste, a prescindere dalle professionalità richieste, e dalle parimenti condizioni di disagio di altri lavoratori ex Almec”.
Nuova frattura quindi tra i vertici aziendali e il sindacato di Sergio Scarpa, alla luce di una posizione definita “fortemente discriminatoria nei confronti dei restanti ex 113 lavoratori ex Almec, e ostile rispetto all’assunzione di giovani, considerata strategica per il prosieguo dell’attività aziendale”.
“La Direzione Aziendale – continua il comunicato Confindustria – ha confermato che le possibilità di nuova occupazione sono legate ad un programma di investimenti che vede la partecipazione di Sirpress ad un contratto di sviluppo, in corso di istruttoria, denominato “Automotive Future”. Pertanto nella prospettiva dei nuovi investimenti ed in un contesto di gradualità, l’azienda continuerà a prestare la massima attenzione ai lavoratori ex Almec, rimasti privi di ammortizzatori sociali, ritenuto un impegno morale indipendentemente dalle richieste del sindacato, pur non essendovi vincoli od obblighi in tal senso”.
L’azienda precisa inoltre che in ogni caso “resta disponibile al dialogo, a condizione che vengano superate le pregiudiziali poste dalla FIOM nell’incontro odierno e che rientrino le forme di protesta scomposte ed intimidatorie nonché le dichiarazioni lesive della reputazione e della dignità dell’azienda e dei suoi rappresentanti”.