“Ci vorrebbe un ministero dell’Italia interna, ma non c’è e non c’è mai stato”. Franco Arminio all’Huffpost manifesta il suo desiderio per le aree interne, quelle che descrive da anni nelle sue vesti di scrittore, poeta, esperto di territori marginali. In altre parole, paesologo. E’ l’Italia in cui si ostina a vivere, dalla quale non vorrebbe mai andare via. Nella quale, ad esempio, cura quest’anno la direzione artistica del festival Altura che si terrà a Bisaccia a fine luglio. Dopo l’esperienza già positiva de “La luna e i calanchi” ad Aliano in provincia di Matera.
Per Arminio le aree interne avrebbero bisogno di un ministero per dare una scossa alle politiche pensate per esse. Tra queste c’è la Strategia nazionale Aree interne, di cui anche lui è stato animatore in Alta Irpinia. In apparenza la sua dichiarazione equivale un po’ a invocare un ministero per il Sud, pratica in voga in maniera ciclica da almeno tre decenni con piogge di finanziamenti, risultati non sempre esaltanti e con l’effetto di alimentare politiche spesso clientelari.
Quella del ministero per le aree interne è però una proposta che vuole tirare fuori dalle secche della burocrazia la Strategia. E’ una provocazione ad accorgersi delle aree interne, a non perdere altro tempo, a evitare di impantanarsi ulteriormente. Avviato quasi quattro anni fa, il progetto è molto valido da un punto di vista teorico, ma la sua efficacia sulla qualità della vita delle persone non è ancora percepita, i risultati sul piano pratico ancora non sono misurabili. E per gli ideatori della Snai, che vorrebbero invertire la tendenza allo spopolamento, i risultati non sarebbero altro che l’aumento delle presenze demografiche.
Serve un’accelerata nazionale, ma a quattro mesi dal voto delle Politiche non è chiaro chi debba spingere politicamente sul pedale. A Roma tutto tace, figuriamoci se si possa parlare della creazione di un ministero. Si ipotizzano grosse rivoluzioni nelle posizioni chiave. Enrico Borghi (Pd), il consulente del Governo per la materia, si è dimesso già da tempo. I tecnici del comitato, a partire da Sabrina Lucatelli, continuano invece a girare il Paese. Nei giorni scorsi in Sicilia si è tenuto un focus sulla Strategia nelle cinque aree dell’isola. Si è registrata pure la richiesta del Belice di inserimento tra i territori della sperimentazione. Spostandosi verso Nord, di recente è stata approvata la strategia del Lago di Como e delle Valli del Lario. In Alta Irpinia i sindaci del nostro Progetto Pilota prima della pausa agostana dovrebbe riunirsi sul nodo turismo, con i progetti da presentare a Invitalia per la creazione della rete dei beni culturali e naturali.