I sindaci dell’Alta Irpinia hanno incontrato a Nusco stamattina funzionari di Invitalia. Da una parte la presentazione dei progetti già messi su carta, dall’altra la richiesta di chiarimenti tecnici su come presentare quelli non ancora ultimati. Parliamo della Rete Museale, e dei Beni culturali e naturali dell’Alta Irpinia, che rappresenta una parte dei Progetto Pilota. Un segmento rilevante in chiave giovani-sviluppo-futuro, almeno nelle intenzioni.
L’obiettivo del momento è consegnare tutti i progetti entro la fine di luglio. Il budget complessivo è un po’ un rebus. Per adesso ci sono i fondi messi a disposizione dalla Regione e dalla stessa Strategia nazionale aree interne. In ogni caso si parla di milioni di euro. Come verranno utilizzati? Ovviamente una prima parte va a coprire gli interventi sugli stessi beni individuati. Un esempio è l’Abbazia del Goleto di Sant’Angelo dei Lombardi o il centro storico di Cassano Irpino, giusto per citare due documentazioni già pronte. E via via tutte le altre attrazioni potenziali. In questo settore non dovrebbe esserci competizione tra i sindaci e quindi tra i territori. O il progetto è finanziabile o non lo è. Esclusa la possibilità che venendo meno alcune idee, altre realtà possano beneficiare di maggiori fondi.
Le idee variano da Comune a Comune. Per Rocca San Felice c’è l’area della Mefite, per Bagnoli il Laceno con le grotte del Caliendo. Per Bisaccia il sito archeologico necropoli e Museo archeologico. Per Conza era prevista un’azione sull’area archeologica, cosa ancora possibile in teoria: ora però si ragiona sull’Oasi. Sempre la natura è la chiave di Senerchia, con l’Oasi. E l’acqua dovrebbe essere centrale a Caposele, si attende l’azione della nuova amministrazione. Le Terme a Vilamaina. Per gli altri paesi figurano in linea di massima castelli e musei.
A leggere i documenti del progetto pilota la strategia è chiara: “L’intervento prevede la progettazione e la realizzazione di un Itinerario artistico-archeologico-naturale che si innesta sulle testimonianze museali esistenti in Alta Irpinia, integrandole e completandole al fine di restituire una narrazione della storia del territorio. La rilevanza strategica dell’intervento risiede nella capacità di un intero territorio di costituire una rete di Comuni per la valorizzazione organica e multisettoriale delle risorse culturali esistenti”.
I tempi sarebbero anche abbastanza stretti. Già nel 2019 si dovrebbe partire con attività promozionali, ma su questo meglio aspettare l’assegnazione definitiva dei fondi e quantomeno l’avvio dei lavori di riqualificazione nelle singole aree individuate per avere certezze. Al momento i dubbi riguardano la stessa strategia sulle aree interne: perplesso Ciriaco De Mita nell’ultima riunione pubblica. Un De Mita che come gli altri spera che le politiche lanciate dai precedenti governi vengano confermate. Sul piano locale la fase sembra positiva. Gli scontri sulla gestione sono acqua passata per il momento. Restano delle perplessità, le nostre, sul coinvolgimento del territorio. Quindi delle associazioni e dei privati innanzitutto. De Mita dice che nelle comunità non si capisce ancora il senso del progetto, e questo a detta sua sarebbe colpa dei sindaci che non avrebbero informato a dovere i cittadini. Probabilmente c’è un difetto anche nel consesso nuscano. Se poi le parole dell’ex premier dovessero spronare con successo gli amministratori…ben vengano.