Gerardo Capozza, Stefania Di Cicilia. Oppure Rosanna Repole. E’ il primo, ex sindaco di Morra, a fare il suo e gli altri nomi per una candidatura forte. Obiettivo? Dare un’alternativa a Matteo Renzi sul collegio altirpino-arianese. Alternativa a Giuseppe De Mita o a Rosetta D’Amelio. La candidatura eventuale del primo, l’alleato di Civica Popolare, viene definita da Capozza “forzatura inaccettabile dopo le posizioni di De Mita contro il Governo”. L’incontro dei cosiddetti dissidenti altirpini si tiene al Cigno Blu di Morra De Sanctis. Sulla possibile corsa della seconda è lo stesso Capozza a dire: “Nulla di personale. Lei è presidente del Consiglio regionale, ha un ruolo forte anche sul piano provinciale. Farebbe bene a dare la solidarietà ai nuovi amministratori. Con una deroga per la D’Amelio si direbbe che non c’è una classe dirigente sul territorio. E diremmo una bugia“.
La strada viene subito tracciata, c’è poco tempo e non si può indugiare. Anche perché il gruppo appare ormai rodato dopo due-tre anni di “malessere” dovuto a dinamiche provinciali e altirpine in particolare. Si porterà un documento a Renzi con la proposta che “viene dagli stessi territori“. Poi si attenderà. “Nessuna rottura, ma abbiamo il diritto e il dovere di presentare la proposta“, ha argomentato Capozza. “Abbiamo già dato la nostra solidarietà, consentendo ad alcuni di stare sulla poltrona per venti o quaranta anni. Ora è tempo che questo territorio riceva la stessa solidarietà, soprattutto per i giovani“.
Amministratori, alla guida di Comuni e all’opposizione. Molti ex. Tra i primi c’è il sindaco di Calitri, Michele di Maio. Di Sant’Angelo, Rosanna Repole. Di Pietradefusi, Giulio Belmonte. Presente il gruppo di opposizione lionese, Rodolfo Salzarulo e Andrea Pezzella. Gli ex sindaci di Nusco, Andretta e Lacedonia. Poi imprenditori, come il patron della Omi. Filo conduttore dell’incontro il clima pesante in Alta e ad Avellino. “Le persone che sono state coerentemente del Pd hanno vissuto male in questi ultimi tre anni – ha detto Rosanna Repole -. Il Pd è stato svenduto, così come il Progetto Pilota. Non tanto sui contenuti, ma su un metodo antico legato a logiche di potere. La mia comunità è stata offesa e non difesa dal Partito. Se il Pd si vuole suicidare, io non sono d’accordo e su questo mi opporrò“.