Se il centrodestra riuscisse a trovare la quadra, al momento non vicina, e presentare un candidato unico, sarebbe l’unico fronte in quel di Avellino a non spaccarsi. Le Amministrative di maggio (le liste dovranno essere presentate il prossimo 27 aprile) stanno mettendo a dura prova la stabilità di coalizioni e partiti. Nel capoluogo si sono divisi finora tutti. Nel centrosinistra ci sono dai 3 ai 4 candidati: già certi Luca Cipriano, Gianluca Festa e Amalio Santoro, tutti sostenuti da pezzi di Pd più altre formazioni civiche e politiche. Il quarto aspirante potrebbero candidarlo i demitiani, al momento destinati a fare una corsa in solitaria e magari a far pesare il loro consenso al secondo turno.
Correranno per Palazzo di Città anche l’avvocato Passaro e l’ex consigliere provinciale Damiano Genovese, con al seguito tre liste civiche che potrebbero ancora confluire nella coalizione di centrodestra, se questa prendesse forma. In questo contesto si discute dei nomi di Dino Preziosi, gradito a Forza Italia, e Bianca Maria d’Agostino preferita dalla Lega di Salvini. Il M5S si è ufficialmente spaccato. Dopo la certificazione da parte di Luigi Di Maio della lista con candidato sindaco Ferdinando Picariello, già vice dell’ex sindaco Vincenzo Ciampi, il locale Meetup è insorto. Il gruppo aveva proposto Tiziana Guidi che contesta la scelta compiuta e la poco discontinuità rispetto alla fallimentare esperienza Ciampi. Affatto scontato quindi il supporto degli storici attivisti avellinesi a Picariello.
“Abbiamo un patrimonio di idee e un buon metodo di lavoro. Abbiamo una storia in città. Da Lunedì, al Daling alle ore 19.30, riprenderemo i nostri incontri per mettere a punto la nostra proposta per la città, che come Meetup, sottoporremo a tutti i candidati a Sindaco. La nostra storia continua”, ha scritto l’insegnante su Facebook. E sempre sui social è arrivata la risposta dell’ex primo cittadino: “Non ritengo intellettualmente onesto affermare che la squadra (al netto delle legittime defezioni) che ha vinto le elezioni amministrative 2018 non sia radicata sul territorio. E quale squadra lo sarebbe di più? E in virtù di quali riscontri ed elementi oggettivi? Allo stesso modo è politicamente incomprensibile invocare “discontinuità” rispetto ad un’esperienza che è stata ampiamente premiata dagli avellinesi. Mi astengo, per il momento, dal commentare “giudizi” sull’amministrazione uscente in considerazione della sua breve durata di vita e della condizione politica (anatra zoppa). Rivendico, invece, con decisione la coerenza con le promesse fatte in campagna elettorale per il cambiamento nel modo di amministrare la città. Infatti, la vecchia politica, responsabile della distruzione della città, con la sfiducia non ha bocciato il Sindaco ma la voglia di cambiamento del popolo avellinese. E la partita continua. In gioco c’è il cambiamento o la restaurazione. E sarebbe da irresponsabili diventare inconsapevoli sostenitori della restaurazione gridando cambiamento”.