Trattori di agricoltori, imprenditore del vino, ambientalisti. Tutti in marcia per dire no all’impianto di rifiuti previsto nel territorio di Chianche. Un biodigestore chiesto dal Comune nell’ambito del piano regionale sui rifiuti. A oltre un anno da quel piano la protesta si è ingrossata mese dopo mese. Così stamattina probabile atto conclusivo di un braccio di ferro con la Regione Campania. Sì, perché mentre la marcia prendeva forma il vicegovernatore Fulvio Bonavitacola si diceva pronto a discutere con i sindaci e le comunità dell’area. Bonavitacola ha parlato da Cassano Irpino: “Siamo assolutamente sensibili all’ambiente, alla salute e a una produzione di eccellenza come il Greco di Tufo“. Argomento delicato, il vino. Una delle principali motivazioni di chi protesta: danno d’immagine per la Docg.
Ad ogni modo il vice di Vincenzo De Luca ha aggiunto: “Questi argomenti – assicura – non possono che trovare la nostra attenzione. Nessun interesse particolare per Chianche come per altri luoghi. Abbiamo l’unico l’assillo di garantire che si chiuda il ciclo di gestione dei rifiuti in singoli Ato. Se l’ente d’ambito fa un piano per una diversa distribuzione delle quantità di rifiuti da destinare al compost in Irpinia ne saremo lieti“. Parole che seguono quella della presidente del Consiglio regionale, Rosetta D’Amelio. Necessità di confrontarsi, magari di individuare un altro sito. Ed è anche la linea del presidente di Confindustria, Pino Bruno, che ha auspicato un cambio di location: “Il biodiogestore non inquina e offre anche opportunità ma a Chianche creerebbe un danno d’immagine alle terre del vino. Meglio Ariano, Difesa Grande. O puntare su Teora”.