Torna a Lioni il sindaco di Nusco, Ciriaco De Mita. Questa volta per spiegare le ragioni del No al referendum costituzionale del 4 dicembre. Iniziativa dell’Udc altirpina rappresentata nella sala consiliare lionese dai riferimenti delle comunità limitrofe: prendono la parola Luigi D’Angelis di Cairano, Rosetta Casciano da Teora e Giovanni Vuotto. Ad ascoltarli i sindaci di Torella e Cassano, Amado Delli Gatti e Salvatore Vecchia. E la Giunta locale (D’Andrea, Rosamilia, Gallo) a eccezione dell’assessore Anna D’Amelio. C’è anche il nipote ed ex sindaco di Nusco Giuseppe De Mita.
D’Angelis: “Chiunque vinca sono preoccupato per quello che accadrà all’indomani del voto perché temo che le urne ci consegneranno un Paese spaccato”. Passaggio tecnico sull’articolo 117 per il consigliere provinciale uscente che precisa “la tutela ambientale tornerà allo Stato e in questo territorio sappiamo quanto già ora il controllo sfugga alle comunità locali”. Riferimento anche alla legge elettorale, vero nodo del contendere per i centristi, e al meccanismo del ballottaggio che assegna eccessivo potere al partito vincitore.
Chiamato a dire la sua anche il sindaco di Lioni Yuri Gioino che un mese fa nella stessa sala aveva dato voce alle ragioni del Sì in un’iniziativa organizzata dal Partito Democratico. Posizione ribadita anche alla presenza dell’ex presidente del Consiglio: “Ci sono punti della Riforma che erano elementi qualificanti del programma dell’Ulivo. Non è la riforma perfetta perché frutto di mediazione tra forze politiche, ma può dare risposta a chi chiede uno Stato più moderno. Oggi inoltre non votiamo per la legge elettorale”. Proprio quest’ultima affermazione ha “eletto” il primo cittadino lionese a interlocutore privilegiato di De Mita. “Mi ha definito un comunista e io gli ho risposto che lui è un democristiano – ha ironizzato Gioino – ma questo non ci impedisce di confrontarci”.
“Il mio No è dovuto soprattutto alla legge elettorale perché l’assetto delle istituzioni è fortemente connesso alle modalità con cui si eleggono. Questa legge è fatta con la presunzione che al secondo turno la maggioranza sia del PD – ha esordito il primo cittadino di Nusco rispondendo al sindaco dameliano – Magari potessimo avere questa certezza, ma il partito di Trump non c’è solo in America. Il pericolo quindi è che la maggioranza del Parlamento vada a chi non rappresenta la maggioranza dei cittadini. La mia preoccupazione non è che vinca il PD, ma che possano ritrovarsi a governare i grillini“.
Lungo intervento volto a smontare proprio l’Italicum, rapidi passaggi nel merito della Riforma Boschi comunque non condivisa dal leader Udc soprattutto nelle modalità di trasformazione del Senato. “Mi sono più volte confrontato con Roberto Speranza con cui ho una buona dialettica. Lui si aspettava che Renzi rimandasse la riforma elettorale, scindendo i due momenti avrebbe ritrovato l’unità del PD. Del resto – ha chiosato – le norme costituzionali devono essere la casa di tutti”. Infine, una stoccata al premier: “Ho accettato di confrontarmi con lui da Mentana perché qualche giorno prima mi aveva chiamato per dirmi che sarebbe venuto in Irpinia e voleva incontrarmi. Io non potevo però quel giorno, poi è caduta la linea”.