“Laddove applicate, le politiche di conciliazione sono uno strumento di cambiamento della società – ha esordito Monia Calia, sociologa Asforin che questa mattina al Circolo della Stampa ha introdotto il convegno “Il progetto Conciliazione & Condivisione e la promozione del benessere sociale, familiare e lavorativo in Irpinia” – E’ tutto già scritto: le leggi ci sono, ma vanno innovati i modelli”. In base a stime del World Economic Forum l’Italia infatti si colloca ancora al 71esimo posto per parità di genere e “nonostante questo il nostro Paese è fortunato, si vive bene – ha aggiunto la ricercatrice che ha coordinato con Lorenzo Corona, presidente Asforin, una rete costituita da sindacati, consorzi dei servizi sociali e Comuni dedicata alla diffusione della cultura della conciliazione dei tempi vita/lavoro e alla conoscenza dei diritti dei lavoratori, soprattutto delle donne. “Siamo ottime studentesse e lavoratrici, ma non riusciamo a sfondare il tetto di cristallo. Perché? Manca un welfare capace di sostenere le donne nel momento in cui da essere soltanto lavoratrici diventano anche madri” – ha concluso Calia ammonendo: “C’è però bisogno di creare lavoro, di costruire, di dare spazio alle grandi opere. Non possiamo ragionare solo di lavoro immateriale e pensare di ripartire solo con questo”.
“L’impegno che prendo in questa sede – ha dichiarato il presidente del Consiglio regionale Rosetta D’Amelio che ha portato al tavolo il saluto delle istituzioni – è quello di lavorare anche attraverso i fondi Ue per rendere strutturali gli interventi in favore delle donne che ancora non lavorano e di quelle che lo fanno perché non si verifichino più restituzioni di denaro all’Europa per incapacità di programmare”.
All’incontro reso suggestivo dalle musiche dei Makardìa hanno preso parte, oltre alla psicologa e psicoteraupeta Mara Immacolata Festa, che ha curato con Asforin un interessante ciclo di seminari sul benessere personale, familiare e lavorativo, anche Mario Melchionna e Domenica Lomazzo. Proprio la consigliera di Parità ha lanciato dal tavolo una provocazione: “Il Governo nazionale e regionale, in particolare, deve aprire con Bruxelles un negoziato per l’inserimento di misure specifiche nei Por finalizzate all’occupazione al femminile”. E ancora: “Questo è uno dei 14 progetti realizzati in Irpinia sulle politiche di genere, tutti approvati quando la D’Amelio era assessore alle Politiche Sociali. Ora chiedo alla Regione un altro sforzo: finanziare non solo i centri antiviolenza, ma pure la creazione di case di accoglienza per donne maltrattate”.
Un unico uomo intervenuto, in rappresentanza dei sindacati, il segretario provinciale della Cisl Irpinia Sannio che ha sintetizzato la parte più tecnica del lavoro svolto dal partenariato: “Cosa è la contrattazione di II livello? E’ un contratto che si affianca a quello nazionale ed è di tipo territoriale o aziendale. Lavorando al progetto – ha ammesso Melchionna – mi sono reso conto che questa contrattazione di II livello è poco declinata in favore delle donne in Irpinia. A noi sindacato il compito di stabilire delle norme che consentano loro di essere lavoratrici e gestire la vita familiare”. Da qui l’idea di portare avanti il lavoro fatto in questi mesi con “l’istituzione di un osservatorio per la provincia di Avellino, un gruppo di lavoro permanente sulle proposte da portare al tavolo delle contrattazioni con le aziende. Purtroppo – ha sottolineato – mancano spesso strutture a supporto, a partire da asili e ludoteche, e mancano a partire dalle aree industriali”.