Attentati incendiari e intimidatori, più di uno in poche settimane. Nel mirino il paese di Sant’Andrea di Conza in Irpinia d’Oriente: camion e depositi per i rifiuti gli obiettivi manifesti. La cittadinanza è allarmata e confusa.
“Negli ultimi giorni, decine e decine sono state le supposizioni rispetto alla natura dell’attentato – scrive l’associazione “Io voglio restare in Irpinia” – Tra queste, la possibilità che la questione fosse legata alla raccolta dei rifiuti urbani. A noi, questa ipotesi non convince. Piuttosto crediamo che ciò che sta avvenendo abbia tutte le caratteristiche di una guerra che da anni si sta perpetrando nel nostro territorio. E, per questo, vogliamo riflettere su due questioni: innanzitutto, qual è il business che fa veramente gola in Alta Irpinia? Qual è il business che interessa maggiormente la criminalità organizzata?“.
“Forse qualcuno non ne è a conoscenza, ma gli attentati di Sant’Andrea di Conza non sono i primi verificatisi nel nostro territorio – continua la nota – Ben 14 attentati, di cui nove in soli cinque mesi, hanno interessato l’Alta Irpinia, tutti legati al nuovo affare delle energie alternative. Copertoni in fiamme, ordigni, attacchi a escavatori, camion, trattori, ruspe, scariche di kalashnikov. Solo a Lacedonia (che è parte di quel fazzoletto di terra in cui sono state impiantate centinaia e centinaia di torri eoliche): a fuoco le rotoballe dell’azienda agricola di un attivista no-eolico, pistolettate contro un aerogeneratore e bombe rudimentali all’interno di una sottostazione. Che gli attentati siano collegati all’eolico non siamo i primi a dirlo, ovviamente. Claudio Fava, vicepresidente della Commissione parlamentare Antimafia, ha affermato qualche mese fa a Bisaccia che: Quando si utilizza il kalashnikov per risolvere delle controversie, vuol dire che siamo nel campo della matrice mafiosa“.
“La seconda questione su cui vogliamo riflettere è proprio questa “innovativa” produzione di energia eolica. Noi crediamo che sia un fenomeno di vera e propria colonizzazione da parte di società private che non hanno alcun legame con il territorio e che ne sfruttano solo la ventosità – prosegue l’associazione – Basta guardarsi intorno per accorgersi di quanti siano gli impianti e di quanti danni abbiano prodotto al nostro territorio. Sapete quanta energia producono questi impianti? Più del 6% dell’energia eolica dell’intero Paese! E quale ritorno ne ha il nostro territorio? Nessuno! A questo punto la domanda nasce spontanea: cosa c’entra il Comune di Sant’Andrea di Conza in queste vicende? Sant’Andrea di Conza è un paese “scomodo” perché è uno dei pochi comuni dell’Alta Irpinia (se non il solo) che ha scelto di contrastare l’eolico selvaggio utilizzando “l’arma” del ricorso. E i ricorsi “danno fastidio” alle società dell’eolico perché prolungano i tempi necessari alla creazione dell’impianto e, se accolti, costringono a cercare il “vento” altrove. Di questo noi ne siamo veramente orgogliosi e tutta la Comunità di Sant’Andrea dovrebbe esserlo. Anzi, tutta la Comunità dovrebbe fare fronte comune contro chi, per i propri interessi privati, vuole accaparrarsi il nostro territorio. Come abbiamo più volte sottolineato nelle varie assemblee dell’ultimo anno, il no all’eolico selvaggio non riguarda l’essere o non essere sostenitori delle energie rinnovabili. Il no all’eolico selvaggio è un no alle mafie, alle speculazioni e allo sfruttamento intensivo del territorio”.
Più cauto il sindaco di Calitri Michele Di Maio. “Non so se dietro gli episodi di Sant’Andrea ci sia l’eolico”, fa sapere il primo cittadino ambientalista.
Intanto il fronte No eolico probabilmente nei prossimi giorni si ritroverà in piazza per un punto sulla situazione alla luce degli ultimi episodi di cronaca e in vista della ripresa dell’attività in Regione Campania. C’è infatti il famoso Piano energetico ambientale regionale (PEAR) da realizzare entro l’autunno, che dovrebbe mettere dei paletti al proliferare delle pale. Sul monte Airola, in quel di Andretta, sono ad esempio ripresi i lavori in questi giorni per l’installazione di nuovi impianti.