Cinque anni alla guida del Consorzio dei Servizi sociali Alta Irpinia. Una prima elezione cui era seguita il rinnovo del mandato. L’ultimo atto di Stefano Farina da presidente del Piano di zona va in scena martedì sera, nella sala consiliare di Lioni. All’ordine del giorno le sue dimissioni e l’elezione del nuovo consiglio di amministrazione (leggi qui). Il suo è un discorso che ripercorre in lungo e in largo l’esperienza al vertice dell’ente e che rivendica con orgoglio gli obiettivi raggiunti, anche grazie alle professionalità interne.
“Voglio ricordare a tutti – dice in uno dei passaggi – che nel 2020 abbiamo anticipato le scelte del Governo chiudendo i nostri centri con l’allora direttrice Alfonsina Porciello. Ogni scelta operata è stata ampiamente condivisa con il Cda in questi anni. Ringrazio i dipendenti, so di avere anche in futuro una porta aperta con loro. E ringrazio gli amministratori o ex tali che con me hanno firmato le dimissioni, cioè Teresa Di Capua e Giuseppe Guglielmo e i sindaci di Cairano e Calabritto”.
Ma il commiato del presidente non manca di entrare nel merito delle dimissioni. “Mi sono reso conto negli ultimi tempi che una nobile attività come il Consorzio stava subendo gli effetti di una politica che ha deciso di abdicare alla giustizia e che gli uffici, invece di lavorare, dovevano leggere ricorsi. È stata scritta una brutta pagina”. Il riferimento è al ricorso presentato dal suo successore al Comune di Teora, Pasquale Chirico, contro il suo ruolo di vertice del Cda.
“Inoltre, da ottobre il Consorzio non è mai più stato interpellato nelle assemblee, ad esempio al Progetto pilota – aggiunge -. Ho capito quindi che la mia presenza stava danneggiando l’ente, mi sono sentito responsabile. Poi sono rimasto colpito dalle interlocuzioni da comari, dalle chiacchiere da bar nelle chat dei sindaci. Roba irrispettosa dei cittadini. Sono state messo in atto operazioni da calciomercato politico con amministratori che hanno cambiato più casacche in questi mesi solo per ricoprire ruoli”.
Infine la conclusione, rivolto agli ex colleghi amministratori: “Non credo fosse il periodo migliore per un cambio di Cda qui al Piano di zona, ma ho voluto dare prova di maturità. A 56 anni si maturano alcune convinzioni. Però voglio solo ricordare che non c’è futuro senza passato e che prima o poi ci sarà un futuro che non avrà bisogno di voi”. E ancora: “Auguro a chi verrà dopo di me di fare bene, c’è tanto lavoro da fare sul Pnrr e non solo”.