Dopo 4 giorni di agonia e preghiere si è spento Peter, il 16enne di Gesualdo ricoverato in condizioni gravissime nel reparto di rianimazione dell’ospedale “Moscati” di Avellino. Lunedì sera aveva impugnato una pistola regolarmente detenuta dai genitori e aveva sparato un colpo ferendosi alla testa. Al vaglio degli inquirenti dinamica e cause.
Il proiettile aveva attraversato totalmente il cranio e le condizioni dell’adolescente erano apparse subito disperate. A trovare il corpo in una pozza di sangue erano stati proprio i genitori, in un terreno in contrada Torre dei monaci nei pressi della loro abitazione.
Unico figlio della coppia che lo aveva adottato in Russia circa 12 anni fa, Peter Domenico portava nel suo nome il legame con il Paese che gli aveva dato i natali e quello con la famiglia che gli aveva dato una casa e amore incondizionato. L’ultimo atto di amore i genitori lo hanno compiuto in serata autorizzando l’espianto degli organi.
Per il 16enne, sottoposto nei giorni scorsi a intervento chirurgico di somma urgenza e assistito dall’équipe di rianimazione del dottor Angelo Storti, si era riunito oggi alle 15 il Collegio medico dell’Azienda Moscati. Al termine del necessario periodo di osservazione di 6 ore, alle ore 21 gli esperti hanno accertato la morte cerebrale.
La comunità di Gesualdo è sotto choc. Tutti in paese conoscevano Peter, studente del liceo scientifico di Mirabella Eclano, ragazzo solare, mite e affettuoso. Mercoledì sera la fiaccolata voluta per sostenere la famiglia e pregare per il giovane. In queste ore sono centinaia i messaggi di cordoglio sui social network.