In sintesi. O pensiamo che i cinesi siano fessi o ci crediamo più intelligenti di quello che siamo. Probabilmente entrambe le cose. Non che il caso sollevato dal sindaco di San Sossio Baronia, Francesco Garofalo, non sia legato anche ad emergenze vere e serie: i magri e tardivi trasferimenti statali che rendono vuote le casse comunali innanzitutto. Ma ancora una volta sembra che in Irpinia nessuno abbia una percezione della realtà. Mi colpisce la frase dello stesso sindaco. “Se i cinesi comprano una squadra di calcio così importante come l’Inter, con molto meno farebbero un investimento molto redditizio acquistando un pezzo di territorio caratterizzato da grande salubrità ambientale e fortissime potenzialità turistiche“.
E allora c’è veramente qualcosa che non va, anche perché purtroppo il buon Garofalo non è una voce isolata. Lui ha solo avuto il coraggio e l’imprudenza di esporsi, il sogno cinese sembra un ritornello tra qualche collega. Pensiamo di aver un ambiente sano e non è così. L’aria è buona a San Sossio come altrove, da Bagnoli Irpino alla Lucania, dal Molise alle Marche o a migliaia di paesi in Italia. Ma buona parte dei territorio irpino è “contaminato” da cemento, aree pip dismesse, strade e mura fatiscenti, con un inquinamento visivo di grande impatto. E sbalordisce la frase “con fortissime potenzialità turistiche”.
E allora torniamo al punto iniziale. “Forse i cinesi sono fessi, a l’abbonata”. I cinesi, secondo interpretazioni tutte irpine, non vedono, non sentono, non analizzano. Arrivano qui e pensano “Sud Italia, sole, spiagge e mandolini”. Che ci si trovi a San Sossio non ha importanza. “E’ pur sempre Sud”. Allora i cinesi fessi – questo si crede? – non hanno mai visto una cartina geografica o google maps. I cinesi non studiano i flussi turistici. E’ ovvio, perché secondo il sindaco di San Sossio e secondo altri amministratori irpini, i cinesi sono proprio ‘na band’e sciemi’.
E l’investimento redditizio per cinesi quale sarebbe? Comprare le case di un paesino della Baronia a prezzi stracciati? E per fare cosa? Per venire d’estate a godersi le spiagge o la montagna? Per venirci d’inverno a immergersi nella cultura dei numerosi teatri dell’area? Oppure per fare business nelle attrezzatissime aree Pip irpine?
Le verità è che da anni si assiste a un corto circuito mediatico e di opinione che appare inarrestabile. Siamo convinti di essere le Langhe, la val d’Orcia, il Salento. O la Silicon Valley. Il dato tristemente positivo è uno solo. La gente che vive comune sembra essere molto più ancorata alla realtà rispetto a chi frequenta e monopolizza il dibattito turismo-ambiente sui social e sui media.