Una vertenza piuttosto ‘pesante’ quella della nuova industria Italiana Autobus per essere caricata interamente sulle spalle, seppur disponibili, di Giancarlo Giordano. Il deputato di Sel, favorito da una conferenza del suo partito che si stava tenendo nello stesso posto e alla stessa ora, è stato l’unico a presentarsi all’incontro organizzato da lavoratori e sindacati, al centro sociale Samantha della Porta, per discutere della pericolosa fase di stallo che vive la newco ed organizzare in collaborazione un modo per ripartire. Stefano Del Rosso, amministratore delegato della nuova società che ha rilevato la ex Irisbus di valle Ufita, ha lanciato un grido d’allarme per bocca delle parti sociali, evidentemente, però, ai deputati l’appello non è arrivato.
Tre i nodi salienti che i sindacati hanno messo nelle mani di Giordano che si è impegnato ad occuparsene in tempi strettissimi. Il primo punto riguarda il rapporto con il governo ed un nuovo coinvolgimento del sottosegretario alla presidenza della Repubblica, Claudio De Vincenti, colui il quale, lo scorso 16 dicembre, giorno della nascita ufficiale del Polo nazionale degli autobus, firmò con le lacrime il suo impegno. “Già domani – ha spiegato il deputato vendoliano – chiamerò De Vincenti per chiedergli di interessarsi nuovamente alla vicenda. Allo stesso tempo mi confronterò con i miei colleghi per tentare di riportare la vertenza a Roma e riaprire un tavolo . E’ piuttosto chiaro – ha continuato – che qualcuno ha pensato che la questione, dopo la firma, potesse essere chiusa. Evidemente non era così. Mi fa piacere, tra l’altro, che Del Rosso abbia trovato il coraggio di parlare con voi, fino a qualche tempo fa si confrontava con il governo. L’imprenditore sapeva che si sarebbe misurato con dei colossi e in un settore delicato”.
Un altro punto fondamentale riguarderà il vincolo imposto per la partecipazione ai bandi e che impedirebbe ad IIA di concorrere, tra gli altri, alle gare indette dall’Atac. Un fatturato di almeno 150 milioni di euro negli ultimi 3 anni per potersi candidare, una clausola che esclude, di fatto, tutte le neo nate realtà. In ultimo luogo sarà necessario sollecitare Invitalia a dare quanto prima una risposta sulla richiesta di finanziamento, da 30 milioni di euro, inoltrata ad inizio giugno. Una serie di punti, assolutamente fondamentali, che i sindacati hanno elencato in una lettera consegnata a Giordano che, a sua volta, la trasferirà negli ambienti romani.
Delusi i sindacati che, ovviamente, si sarebbero aspettati maggiore attenzione da parte della deputazione irpina e dei neo consiglieri regionali:” Registriamo un menefreghismo preoccupate – ha detto il segretario della Fiom provinciale, Sergio Scarpa -. La vertenza, in questa fase, è tutta politica ed in questa sede volevamo chiedere ai parlamentari di spingere affinchè si superino determinati ostacoli. Ai lavoratori dico di stare tranquilli perchè riusciremo ad aprire i cancelli di quella fabbrica”.
“La vertenza rischia di tornare indietro – ha avvisato Giuseppe Zaolino della Fismic – e per impedirlo dobbiamo farla tornare a Roma tra le mani di De Vincenti. Non ci basta l’interrogazione, vogliamo che il sottosegretario, che è stato il garante dell’accordo, ora, lo concretizzi. Non vorrei – ha chiosato – che le lacrime del 16 dicembre somigliassero a quelle della Fornero”.
“E’ così che nascono le critiche alla politica che si disinteressa dei problemi della gente – ha aggiunto Gaetano Altieri, segretario della Uilm – il fatto che i parlamentari non abbiano preso parte a questo incontro è il termometro della loro attenzione nei riguardi di questa vicenda. Vorrà dire – ha ironizzato – che ci faremo aiutare dai parlamentari di Bologna”.
Critico anche Vittorio Guida, segretario regionale della Fim Cisl:” Bisogna che la politica ci sostenga in questo percorso altrimenti di rischia di fare un passo indietro. Il governo, da par suo, deve fare la sua parte perchè il 16 dicembre scorso ha preso un impegno che, ora, va rispettato”.
Duro l’affondo di Antonio Oliviero dell’Ugl:“I deputati sono sempre pronti a fare passerebbe ma ben meno disposti a confrontarsi quando serve. La vertenza, in questa fase, è solo politica. Il sindacato ha fatto quel che ha potuto così come l’imprenditore. Il governo deve spingere per promuovere questo progetto. E’ assurdo che in Italia esista una sola azienda che produce autobus, la stessa che per una assurda regola viene esclusa dalla gare”.
Attento, Giancarlo Giordano, ha ascoltato le richieste delle parti sociali e, come detto, si è fatto carico di portarle a Roma. Ad una condizione, però:” Io non dismetto il cappellino e la divisa della mia squadra – ha spiegato -. Ciascuno risponde per il proprio partito ed io non voglio essere messo nel calderone della ‘politica che non fa’. Dite chi fa e chi non fa – ha chiosato – perchè poi, io alle elezioni prendo il 2% e gli altri prendono il 30% senza nemmeno poter governare”