A Roma è caos sulla legge elettorale. A Napoli Ciriaco De Mita si prende tutto il tempo possibile per spiegare la sua visione della politica di oggi. Bersaglio numero uno è Matteo Renzi, mentre il leader di Nusco ha parole di stima per Giuliano Pisapia. L’ex sindaco di Milano torna più volte, anche in altri interventi che in un certo senso confermano il possibile “matrimonio”. De Mita stoppa e apre: “Attenzione, una cosa è il dialogo, l’altra è il passaggio. Io sono amico di Pisapia, ma non credo che noi non assumeremmo una posizione intelligente identificando la Sinistra in Pisapia. Se la guida lui si dialoga, ma non si può fare un dialogo a due. Elaboriamo prima la nostra opinione, perché senza opinione non sono possibili i dialoghi“. Insomma, sulla questione Pisapia work in progress…
Sulla legge che avrebbe portato in Parlamento i maggiori partiti, sulla formazione di un eventuale polo di centro, De Mita è nettissimo: “Quattro poli? Io conosco solo il polo Nord e il polo Sud“. Decine di passaggi. A volte sembra terminare il suo lunghissimo intervento, ma De Mita va avanti con altri spunti. I concetti di fondi sono quelli a lui cari. Il pensiero.
Il pensiero che mancava anche all’Ulivo. Che per De Mita non è un albero come viene detto in sala. “Non esageriamo – risponde -. L’Ulivo non era un pensiero, è stato un disegno di Governo“. Ma un pensiero che per il sindaco di Nusco manca soprattutto al Pd e al suo segretario. “Al Pd manca oggi la pluralità di voci, Renzi ha pensato solo a cacciare i diessini. Figuriamoci se in quel partito possono parlare i democristiani..“. Se la prende con l’ex premier che impone senza ragionare, a differenza di un Pisapia “che ragiona“.
Ci sono i fedelissimi dell’Udc. Ma non solo. Giuseppe De Mita, Maurizio Petracca, Giuseppe Del Giudice, l’assessore al Turismo Corrado Matera. E ancora Michele Schiano di Visconti, ex forzista ora con De Luca. Varie riflessioni sull’identità popolare. E assenza di calcoli a fini elettorali, precisa De Mita. Arriva anche Fabrizio Cicchitto, che condivide e apprezza una discussione che non viene fatta sui 140 caratteri. E in effetti sempre De Mita spiega: “Io in giro vedo un grande desiderio di politica“. Intesa come dialettica. L’alternanza no, quella viene criticata. “Negli ultimi venti anni i governi dell’alternanza sono stati come un gioco tra bambini. Uno governava e non riusciva a farlo, l’altro criticava. E non si risolveva niente. Una giostra di bambini per 20 anni. Io non sono come Pomicino che gioca con i numeri, io gioco coi concetti“.
E l’ultimo Governo? “Non è che ha risolto. Ha solo parlato. E ha risolto male. Con una persona che dirige (Renzi, ndr) e che cambia opinioni a seconda delle circostanze. Ora il Pd è fatto di niente, la novità è la mancanza di pensiero politico. Certo la prima Repubblica si può criticare. Ma ha comunque cambiato il Paese, mentre la seconda ha aggravato i problemi“.
E dirà: “Si meravigliano che io faccia ancora politica? Discutere delle cose da fare è aiutare“. E ai giovani che gli dicono ma se non si fa il Governo Renzi che Governo si fa?, De Mita risponde: “Io dico… qualunque”.