Il treno è quindi arrivato nella stazione di Conza sulla storica tratta Avellino-Rocchetta Sant’Antonio. E’ arrivato da Est, partito da Foggia con fermate a Rocchetta e Calitri. E all’arrivo nell’ultima stazione disponibile, per ora, è stato accolto da centinaia di persone in festa. Doppia festa, l’arrivo della locomotiva e l’inizio dello Sponz Fest. Il treno guidato dal direttore di Fondazione Fs, Luigi Cantamessa, è stato costruito negli anni Sessanta e non porta i segni del tempo se si pensa a un treno turistico, gli interni in legno sono meravigliosi.
Ora si prosegue per la durata dello Sponz. Tutto ciò è solo un punto di partenza. Lo sanno bene quelli come Pietro Mitrione, che si sono battuti per anni per la riapertura. Ma ovviamente lo sanno benissimo anche i vertici regionali e gli esponenti politici a Roma. Rosetta D’Amelio, Fulvio Bonavitacola, Luigi Famiglietti in pressing sul ministro Dario Franceschini. Alla stazione di Conza c’erano i primi tre. Hanno dato un segnale chiaro: la volontà per rifare la tratta da Conza ad Avellino c’è. Il primo pezzo da completare sarà quello che porta a Lioni. Poi verrà il difficile, far giungere il treno nel capoluogo attraverso gli smottamenti e i ponti.
Approfittare dell’onda di entusiasmo del 22 agosto è un obbligo morale e probabilmente anche politico. Forse nessuno si gioca la carriera o la credibilità sulla ferrovia. Tuttavia portare a casa un risultato concreto (parliamo del treno ma anche del distretto turistico) sarebbe un bel colpo per chi si è impegnato. E i risultati eventuali si vedranno presto. A marzo ricorre il bicentenario della nascita di Francesco De Sanctis, padre della Avellino-Rocchetta Sant’Antonio. Predisporre la linea fino ad Avellino è praticamente impossibile per quella data. Realisticamente si punta a Lioni, che adesso ha anche una stazione pronta e “restaurata”.
Ma continuare è un obbligo, perché qui nessuno può aspettare. Se vogliamo iniziare a imparare l’arte del turismo e dell’accoglienza, visto che siamo ancora all’asilo su queste materie, bisognerà cominciare a farlo presto. Arte del turismo e l’arte di fare qualche soldo, che male non sarebbe per le comunità. Il lavoro è immenso. Mettere a regime rotaie, binari e piazzali delle stazioni scorticate dal tempo e dall’incuria. Predisporre percorsi, riempire le stesse stazioni, pensare a come far arrivare i visitatori da queste al centro dei paesi. Ma serve l’ulteriore segnale delle Istituzioni e l’altro pezzo va fatto subito. Si può iniziare davvero? Ce lo facciano sapere a marzo quelli di Rfi, del Ministero dei Beni culturali, della Regione Campania o del Progetto Pilota!