Sono 29 le richieste di rinvio a giudizio, emesse in queste ore, nell’ambito dell’inchiesta sull’ex fabbrica dei veleni di Borgo Ferrovia. Accuse che vanno dal disastro ambientale all’omicidio colposo. Sarà il Gup Fabrizio Ciccone a decidere il da farsi in merito alla richiesta depositata dal procuratore della Repubblica di Avellino, Rosario Cantelmo, e dai Pm Roberto Patscot ed Elia Taddeo.
I reati contestati vanno dal disastro doloso, al disastro colposo, all’omicidio plurimo colposo, disastro ambientale, lesioni, falso in atto pubblico e abuso d’ufficio. A novembre ai 29 indagati erano stati notificati gli avvisi di conclusione delle indagini. Travolti dalle accuse sono i proprietari dell’ex Isochimica, i responsabili delle sicurezza, i vertici delle Ferrovie dello Stato ma anche l’intera giunta comunale del 2005, i curatori fallimentari e l’attuale primo cittadino di Avellino.
La storia.
Nell’azienda avellinese di proprietà di Elio Graziano, negli anni ’80, i lavoratori erano assunti per scoibentare a mani nude l’amianto dalle carrozze dei treni. Quasi tremila in sei anni. La fabbrica killer è stata chiusa, infatti, solo nel 1990. Secondo una stima approssimativa almeno 20mila tonnellate di amianto sarebbero state sotterrate nel piazzale della fabbrica, altri materiali sono stati chiusi in cubi di cemento oppure sistemati in sacchi neri e sversati nelle acque del fiume. Altre nel mare della costiera amalfitana.
All’Isochimica lavoravano 333 operai, almeno 150 sono già risultati ammalati.
LE REAZIONI
TODISCO
“Apprendo con soddisfazione della decisione della Procura della Repubblica di Avellino di depositare le richieste di rinvio a giudizio nei confronti di ex amministratori comunali, dell’attuale sindaco di Avellino e dei responsabili a tutti i livelli della mancata bonifica dell’ex Isochimica”. Così il candidato della lista “De Luca Presidente” Francesco Todisco in merito agli ultimi sviluppi della vicenda giudiziaria che vede coinvolte 29 persone a vario titolo per disastro colposo, omicidio colposo plurimo, falso in atto pubblico e per una serie di reati ambientali. “A me, come ho detto in altre occasioni, non compete una valutazione giuridica, che lascio alla magistratura, ma di sicuro, avendo seguito assieme al Circolo ‘Foa’ e al comitato Cocibis per circa un anno e mezzo, ho gli elementi necessari e sufficienti per esprimere un giudizio politico. E posso dire che la mancata bonifica dell’Isochimica è sicuramente ascrivibile al disinteresse, alla superficialità e alla malaburocrazia. Se questi elementi abbiano anche un rilievo penale, lo sapremo poi. Di sicuro le tante famiglie di operai, di abitanti di Borgo Ferrovia potranno costituirsi parte civile nel procedimento e ottenere il giusto risarcimento dei danni subiti e che ancora subiscono. Mi auguro che anche il Comune di Avellino voglia costituirsi in giudizio”.
GALASSO: “A ME NON E’ ARRIVATA NESSUNA NOTIFICA”
Apprendo dalla stampa che, a pochi giorni dalla imminente consultazione elettorale, sarebbe stato richiesto il rinvio a giudizio per i fatti dell’Isochimica per 29 persone, tra cui il sottoscritto.
Mi corre l’obbligo di precisare di non aver ricevuto notificazione di atti processuali al riguardo.
Il procedimento in questione mi vedrebbe indagato per due ipotesi di reato, una relativa ad un fatto colposo già prescritto e l’altra riguardante una omissione di atti d’ufficio per aver, all’epoca dei fatti in veste di sindaco del Comune di Avellino, ordinato alla curatela del fallimento Isochimica l’esecuzione degli interventi di bonifica dei luoghi e non averli fatti eseguire d’ufficio dall’Ente Municipale. In ordine a quest’ultima ipotesi di reato rappresenterò serenamente le ragioni del mio operato, ove sarò chiamato a rispondere innanzi alla Autorità Giudiziaria