Quarto giorno senza lezioni al liceo scientifico “Pasquale Stanislao Mancini” di Avellino dopo che a inizio settimana la Procura ha messo i sigilli all’edificio di via de Conciliis perché sarebbero a rischio la pubblica e privata incolumità. Questa mattina, dopo il corteo di ieri, gli studenti si sono ritrovati all’ingresso della scuola con le chitarre. All’interno si riuniva il Collegio dei docenti che nelle prossime ore farà recapitare sulle scrivanie di Procura, Prefettura, Provveditorato e Provincia un documento.
La posizione del “Mancini” è univoca. Richiesta di garanzia del diritto allo studio con una soluzione che non può essere lo spacchettamento dei circa 1200 studenti del liceo in 5-6 plessi con i doppi turni. Il timore è questa decisione possa segnare la fine del prestigioso istituto avellinese, tra i primi cinquanta in Italia. Di qui l’appello alle altre scuole della città: “In passato abbiamo dato solidarietà, oggi siamo noi a chiederla“.
Tre giorni fa gli avvocati di Palazzo Caracciolo hanno presentato ricorso al Tribunale del Riesame contro l’istanza di sequestro. La perizia della Procura che ha portato alla chiusura del plesso: per il gip il concreto e attuale pericolo di crollo o rovina emerge dalle relazioni depositate dai consulenti del pm, ma si deduce anche dalla relazione dell’ingegnere Luigi Petti, il perito della Provincia che si era espresso nel marzo scorso.