Riceviamo e pubblichiamo la nota del sindaco di Aiello, Antonio Felice Caputo: “Il consiglio provinciale ha recentemente stanziato 28 milioni di euro per il potenziamento delle strutture formative del territorio. Una iniziativa di per sé importante, ma purtroppo dobbiamo constatare che la ripartizione dei fondi non è stata effettuata attraverso criteri di priorità oggettivi, risultando così iniqua e sbilanciata verso alcune aree dell’Irpinia, che guarda caso corrispondono alle comunità di riferimento della presidenza dell’ente. L’Area urbana del capoluogo invece viene completamente esclusa dagli stanziamenti economici, nonostante raccolga più di un quinto dell’intera popolazione provinciale, svolga un ruolo strategico per l’assetto socio-economico e culturale dell’intero comprensorio e costituisce un sistema urbano omogeno, la “Città di Abellinum”, previsto nel Piano territoriale di coordinamento provinciale. L’amministrazione di Palazzo Caracciolo ha deciso di destinare finanziamenti soltanto alla Facoltà universitaria di Enologia che risiede in città. Una simile realtà di alta formazione, unico complesso accademico dell’intera provincia, la cui istituzione fu promossa direttamente dall’ente, andava considerata come una struttura di valenza complessiva, anche perché valorizza le risorse enologiche dell’intero territorio irpino e dunque il finanziamento doveva essere stralciato dalla ripartizione zonale. Le specificità dell’Area urbana, pertanto, non sono state prese in considerazione e valorizzate così come il provvedimento prevedeva.
Ritengo che una tanto grave esclusione non possa passare inosservata ai sindaci dell’Area urbana, che – a cominciare dal primo cittadino di Aiello del Sabato – dovrebbero ufficialmente protestare per come è avvenuta la ripartizione dei fondi e chiedere alla Provincia immediati correttivi. Rivolgo altresì un invito ai consiglieri provinciali dell’Area: Festa, Tuccia, Mariconda, Moschella e Palumbo, al di là delle posizioni politiche, di tutelare gli interessi legittimi del territorio, chiedendo al presidente dell’ente una riprogrammazione degli stanziamenti, per recuperare un minimo di risorse necessarie”.
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