Quarta gamba del centrodestra o più semplicemente un soggetto politico con piena dignità di centro che guarda a destra. Le definizioni in questi giorni si sprecano per il progetto al quale sta lavorando Giuseppe Gargani muovendo innanzitutto da ciò che resta dell’Udc dopo la scissione con i demitiani. L’europarlamentare oggi pomeriggio ha presentato il suo libro “La Democrazia debole. Repubblica Giudiziaria?” all’Hotel De La Ville ad Avellino e l’occasione è stata utile per avviare pubblicamente il cammino verso le elezioni Politiche di marzo per il suo centro, con le idee già abbastanza chiare anche sui protagonisti dell’esperienza e sui candidati.
“Siamo una prima gamba”, ha detto definendo poi il suo centro, sia sul piano politico che su quello morale, “in collegamento all’Europa, al Partito Popolare Europeo, perché in raccordo politico con i gruppi europei essenziali. Utilizzando questa brutta legge elettorale con la quale i cittadini andranno a votare – ha poi aggiunto l’europarlamentare – siamo sulla buona strada con la cultura della coalizione che deve vincere su isolamento e solitudine. Abbiamo aggregato tutte le posizioni democristiane e laiche che nel passato avevano riferimenti personalistici e fasulli. Aggregare quello che è stato l’Udc, con i laici di Parisi, con Costa, con il gruppo che faceva capo ad Alfano e si è spaccato, credo sia un buon inizio per una campagna elettorale che deve aiutare a formare un nuovo soggetto politico”.
Sul centrosinistra ha fermamente dichiarato: “Non esiste. Mando un messaggio agli elettori: la legge elettorale è stata fatta dal Pd che non crede alle coalizioni, perché Renzi e Pd non ne hanno la cultura, ma vogliono solo un partito personale e acchiappatutto. Non può esistere una sinistra che non ha la cultura della coalizione. Una scelta sbagliata perché il centrosinistra è altra cosa”.
“Io sono per mandare avanti i giovani finalmente – ha proseguito, rispondendo alla domanda su una sua probabile candidatura -. Bisogna creare una nuova generazione del gruppo dirigente. E Io sono pronto a garantire che il centro sia unito e che possa fare questa campagna elettorale. In Irpinia, nel collegio di Ariano, l’ottimo candidato Ettore Zecchino si sta preparando. Io vorrei che anche Guglielmo Scarlato fosse candidato. Abbiamo un gruppo di primo livello da sperimentare in queste elezioni”.
Alla presentazione anche l’ex ministro Ortensio Zecchino: “Il libro di Gargani ci invita a riflettere. Ed è un’opportunità rara in politica, dove si riflette poco e si procede per slogan e luoghi comuni. È l’occasione per ritrovare il filo di un discorso politico che qui in Irpinia aveva avuto una sua forza, ma poi si era interrotto. Vedremo alle prossime elezioni, io ne resto fuori, ma da cittadino pensante non rinuncio appunto a pensare”.
“Tutti conoscono i passaggi avvenuti nel centro, ma credo che uno dei maggiori danni fatti alla democrazia italiana sia stato sopprimere il Partito Popolare, nuocendo alla sinistra che ha realizzato un agglomerato molto eterogeneo che ne mina la forza. Non a caso Gargani nel suo libro scrive che Renzi è di destra. Non ha torto per certi aspetti. Il problema vero – ha continuato il presidente di Biogem – è che la sinistra ha perso la sua connotazione di sinistra, manca una forza moderata nel paese, frutto del grave errore che portò alla nascita di un partito multiculturale, contraddizione politica perché il partito è, in generale, espressione di una sola parte. E queste sono le conseguenze che anche noi in Irpinia paghiamo”. Infine, sulla candidatura di suo figlio, accennata da Gargani, Zecchino ha preferito non esprimersi, descrivendo questa vigilia “talmente pasticciata da rendere difficile qualunque previsione”. Ma si dichiara comunque favorevole nell’affermare “spazio ai giovani”. “Unico problema – ha poi aggiunto – che ci vorrebbe anche per i giovani una selezione e non improvvisazione”.
Presente anche il sindaco di Chiusano San Domenico, Carmine De Angelis che ha così commentato il testo dell’ex deputato irpino: “Quella di Gargani è una raccolta di saggi che riesce ad essere coerente coi tempi. Già il titolo, democrazia debole, è determinante. Siamo di fronte ad una crisi dello stato democratico, dovuta all’egocentrismo che, pur essendo tollerato dalla democrazia governante, diventa patologico quando sfocia nel narcisismo e nell’egoismo. All’egocentrismo si è sostituito il renzismo, vero assillo di Gargani. Renzi risulta essere, infatti, uno degli elementi più importanti della riflessione sulla democrazia debole, insieme al declino delle istituzioni a causa delle modifiche costituzionali, altro punto fondamentale del libro. E insieme alla supplenza della magistratura agli altri organi”.