Nei prossimi 50 anni il sud perderà 4 milioni di abitanti. Lo ha detto lo Svimez, certificando la disastrosa situazione del Mezzogiorno che per certi versi è peggiore rispetto a quella della Grecia. Abbiamo chiesto a Rodolfo Salzarulo, sindaco di Lioni, una previsione sull’Alta Irpinia, la zona che ha perso più abitanti in provincia nel corso degli ultimi decenni.
Salzarulo, la domanda è quasi d’obbligo. L’Alta Irpinia perderà altri abitanti?
Se dovessimo leggere i dati l’Alta Irpinia è già a rischio desertificazione. Dal 2001 al 2011, censimento alla mano, c’è stata una perdita sui 25 comuni di 4 mila abitanti. Praticamente è come se ogni dieci anni scomparisse un Comune come Sant’Angelo dei Lombardi. La tendenza sarebbe quella di una lenta e progressiva agonia. In venti anni potremmo perdere anche una popolazione pari a quella di Montella, forse maggiore.
Il che tenendo conto dei calcoli Svimez significherebbe deserto totale tra 50 anni, giusto?
Già. Alcuni paesi perdono abitanti con un ritmo pauroso, penso a Calitri, quasi 100 residenti l’anno. Regge Montella, ma dal 2010 la tendenza è accelerata nuovamente in termini negativi anche in altre realtà che stavano tenendo meglio. Sono dati, numeri, su cui è anche facile spiegare i motivi. C’è una spending review che taglia servizi, quindi la conseguenza è il taglio delle prospettive di vita e di occupazione.
Progetto Pilota? Industria? Agricoltura? Come si esce da questa previsione?
Il dibattito nazionale è aperto sul Sud, io per l’Irpinia e in particolare per l’Alta Irpinia non sto invocando una spesa pubblica che assiste. Sto parlando di un supporto. Guardiamo un attive le cose che esistono e quelle che dovevano esistere. Non si completa l’Ofantina, non esiste più la ferrovia, l’accessibilità da e per Avellino è fortemente limitata, la Contursi-Grotta arriva a Lioni e muore. Non esistono i presìdi ospedalieri, non c’è il tribunale, da Monteverde ad Avellino la strada è infinita, l’Ofantina è peggiorata dal suo assetto originario. Gli insediamenti industriali sono legati alle infrastrutture, che oggi sono carenti. Poi, è chiaro, c’è qualcosa di buono. L’esperienza della Ema, l’asilo nido. Ma in definitiva…
Non vede nemmeno una luce?
Beh la questione meridionale è stata cancellata, c’è una urbanizzazione selvaggia verso le grandi città, Avellino potrebbe diventare uno dei dormitori di Napoli, forse lo è già. Sono pessimista da un lato, perché non vedo nell’agenda politica la questione meridionale. Ma sono ottimista per la cocciutaggine atavica degli irpini. Troveremo le risorse per risalire, ma devono partire le infrastrutture.
Crede nella nuova maggioranza in Regione?
Ampio credito a Vincenzo De Luca, sì. Ma perché lui ha fatto il sindaco. Sono certo che metterà mano alla sburocratizzazione della nostra regione, interverrà sulla legislazione sui lavori pubblici, sulle infrastrutture, fattori di rilancio concreto. La scommessa è anche sull’industria manifatturiera, agricoltura di qualità, trasformazione dei prodotti agricoli. Sì, credo nella nuova maggioranza di Vincenzo De Luca. Ma, ripeto, noi ci salviamo solo con una molteplicità di fattori. Non basta lo Stato, la Regione. E non basta la nostra azione.