Nella sera in cui a Lioni l’amministrazione comunale, affiancata da un comitato di volontari, presenta la banca della memoria “Lioni si racconta”, il progetto di archivio digitale sulla storia del paese nel Novecento, compie 18 anni “Storia di Lioni”. Nato per volontà di due amici, Silvano Ciotta e Peppi Gioseffi, il portale ha raccontato attraverso le immagini per quasi due decenni, adattandosi alle innovazioni tecnologiche, le vicende del centro altirpino.
Silvano, come nacque www.storiadilioni.it ?
Fu un’idea mia e di Peppi Gioseffi, che poi a un certo punto ha deciso di dedicarsi ad altro, ma che ha dato un contributo straordinario al progetto. Volevamo realizzare un servizio per chi non viveva a Lioni, i nostri compaesani emigrati all’estero o in giro per l’Italia. Ma più che altro volevamo creare una modalità per conservare con loro un legame o per recuperarlo, nel caso di tanti che erano andati via dal paese da tempo e non erano più tornati. Abbiamo costruito un ponte.
Questo accadeva 18 anni fa, un tempo in cui la diffusione di internet era ancora agli albori.
Sì, non esistevano siti o portali a quel tempo che parlassero di Lioni. Ma in generale non c’erano tutte queste persone che si connettevano alla rete o navigavano. Mi ricordo che per caricare i contenuti impiegavo ore: la connessione era lentissima e costava. Dovevo lasciare il pc acceso anche la notte e non c’erano le tariffe unlimited come oggi.
Che seguito riuscivate ad avere?
Avevamo anche 150 visitatori unici al giorno, che per gli inizi Duemila era tanto, se pensiamo che parliamo di Lioni, di Alta Irpinia, dove la rete iniziava ad arrivare soltanto allora nelle abitazioni. Avevamo poi tantissimi che ci scrivevano sulla mail regolarmente, per chiederci informazioni.
Che tipo di contenuti pubblicavate?
Tantissime foto, scattate da me o recuperate da amici e conoscenti lionesi. Sono state archiviate e suddivise in categorie. C’è una sezione storica interessantissima, per la quale ho attinto dal periodico Altirpinia e dal materiale dei compianti Vania Palmieri e Nino Iorlano. Avevamo caricato anche 158 video: parliamo di filmati realizzati in un tempo in cui non tutti avevano la possibilità, non c’erano gli smartphone. Per un periodo ho pure raccontato gli eventi quotidiani del paese, avevo messo in piedi delle rubriche specifiche sulla nostra vita politica. Ho anche allestito delle dirette dal seggio elettorale in occasione delle elezioni amministrative.
Nel 2010 la piattaforma si è evoluta.
Sì, ho smesso di aggiornare il sito e ho trasferito il servizio su Facebook. Nella prima fase, senza social network, Storia di Lioni è stato un vero punto di riferimento. Siamo andati online per la prima volta nel giorno del ventennale del terremoto dell’Irpinia e proprio una foto di Lioni post sisma, da me caricata sul sito, venne scelta per una copertina di Famiglia cristiana. Fui contattato con sorpresa dalla redazione, lo stesso è accaduto anche per Wikipedia.
E oggi?
Sono sui social oggi, ma continuerò a pagare finché sarò in vita il dominio e lo spazio web: questo sito continuerà a essere patrimonio dei lionesi e di quanti vorranno saperne di più nel nostro paese.