Avvelenamento. Sarebbe questa la causa che ha portato alla morte una donna di Pietrastornina e suo figlio, rispettivamente 72 e 43 anni. La prima si chiamava Virginia Petrone: originaria di Napoli, era costretta sulla sedia a rotelle. Suo figlio, Marco Spampinato, anch’egli invalido, viveva con lei. Sono stati trovati senza vita nel tardo pomeriggio di sabato 6 gennaio, dopo l’allarme lanciato dall’altro figlio residente al Nord, che non riusciva a mettersi in contatto con i due. Arrivati sul posto, i Carabinieri di Avellino hanno fatto irruzione nell’abitazione tra via Rizzo e via Sott’Arco. Ed hanno rinvenuto i corpi senza vita, quello della donna in cucina al piano terra e l’uomo nel letto della sua camera al piano di sopra.
Subito esclusa la pista di morte violenta. I cadaveri, infatti, non presentavano alcun segno che potesse far pensare a una dinamica del genere, mentre su porte e finestre non sono stati individuati segni di forzature. Due le ipotesi dopo un primo esame esterno del medico legale Elena Piciocchi: una fuga di gas o il suicidio del figlio dopo la morte, per cause naturali, della madre. Ipotesi quest’ultima probabilmente avanzata, e al momento non del tutto esclusa, anche a causa dei problemi psichici di cui soffriva Spampinato, seguito da un po’ di tempo dall’Asl. I vicini di casa hanno descritto madre e figlio come due persone tranquille e riservate, ma ben integrate nella vita sociale del paese. A Pietrastornina vivevano da circa dieci anni e avevano un buon rapporto con le altre famiglie, ma ultimamente uscivano solo ogni tanto di casa, soprattutto dopo la morte, avvenuta pochi mesi fa, del marito e padre delle due vittime. Dolore che li aveva lasciati in una profonda solitudine e che aveva trascinato il figlio in una forte crisi depressiva.
Resta ora da chiarire la sostanza che ha causato l’avvelenamento. Se dovesse trattarsi di monossido di carbonio, non essendovi nell’abitazione nessuna stufa che avrebbe potuto rilasciare la sostanza tossica, i Carabinieri procederanno alle verifiche dell’impianto di riscaldamento dell’appartamento posto sotto sequestro. Ma potrebbe essere stata anche un’intossicazione alimentare a provocare il decesso, avvenuto secondo un primo esame, circa 24 ore prima del ritrovamento dei corpi.
Sarà l’autopsia, che vedrà impegnata nelle prossime ore la dottoressa Piciocchi, a rimuovere ogni dubbio e fare chiarezza sulla triste vicenda che ha scosso la piccola comunità ai piedi del monte Partenio.