Gli antieroi di Trainspotting tornano al cinema. Renton, Sick Boy, Begbie e Spud hanno le rughe. “Ho 46 anni e sono fottuto” è una delle frasi del film (Trainspotting 2 appunto) che in provincia di Avellino si potrà vedere da giovedì 23 febbraio al Movieplex di Mercogliano. Il filo conduttore non sarà più l’eroina, il nichilismo distruttivo. E nemmeno il porno di Irvine Welsh. Danny Boyle dovrebbe portare sul grande schermo un film sul tempo che inesorabilmente passa. Ventuno anni dopo.
E il tempo è passato anche qui, in un’Irpinia più volte accostata alla Scozia a torto o a ragione. Perché se è una merda essere scozzesi – ringhiava Renton nel capolavoro degli anni 90 – non è il massimo nemmeno essere irpini. Qui in vent’anni si è ridotto il consumo di eroina. Fortunatamente sembrano lontani i tempi in cui si piangevano le vittime nei vari paesi. In compenso ci si toglie la vita e si finisce per diventare un caso sul tema suicidi. Oppure nascono le nuove dipendenze. Un po’ ovunque, certo. Ma qui in certi orari non sembra esserci rifugio diverso dalle slot-machines. Negli anni 90 cominciavano a chiudere le prime fabbriche in Irpinia, dopo la sbornia di fondi del dopo-terremoto. E ora di quelle fabbriche restano lamiere e ruggine. Molti operai sono diventati altro senza passare per gli espedienti alla Full Monty. Ma la botta si è sentita eccome e solo oggi vediamo i primi veri effetti.
Gli studenti che prima frequentavano all’Università a Napoli e Fisciano, oggi scelgono Roma, Siena o Milano. E non ritornano più ad affollare i locali della movida, quella vera, del weekend altirpino. Forse i più giovani non lo ricordano ma Lioni era la meta obbligata per tutti. Nei locali si suonava del sano fottutissimo rock, alternativo o meno. Se nella colonna sonora di Trainspotting c’erano i Pulp, gli Underworld e New Order, al Cheers Pub di Bagnoli Irpino al vecchio Le Bistrot di Lioni si alternavano sui palchetti i nostalgici dei seventies e i grungettoni di provincia che correvano da Ananas and Bananas per trovare dischi nuovi e vecchi.
Piccole e grandi discoteche spuntavano o resistevano anche nelle campagne. Fuori da queste le palate tra i gruppi dei vari paesi erano una costante. Quasi una roba da pre-derby Celtic-Rangers. Solo che non c’entravano nulla la religione, i colori o il calcio. E fondamentalmente non c’entrava neanche la birra. Ci si picchiava così, in una sorta di rito tribale. Sono passati poco più di venti anni dall’uscita di Trainspotting e molto è cambiato in Irpinia. In meglio o in peggio. Non la politica però, i volti sono gli stessi di allora e di dieci anni prima. Gli altri hanno la Regina Elisabetta e pure noi abbiamo i nostri simboli. La cosa peggiore è che vent’anni fa non si temeva di vivere in un’Irpinia desertificata. In verità non è che si sentisse spesso il termine desertificazione! Le classi si riempivano. A fatica ma si riempivano. E qualcuno riusciva anche a trovare un mezzo posto di lavoro dopo l’università. Buon Trainspotting 2 a tutti allora. Vent’anni dopo nella Scozia della Campania. Non si stava meglio quando si stava peggio, ma forse un po’ sì.