Era il 1990 e iniziava la storia d’amore e balli, note, voci, “sponzamenti”, ritmo, parole, poesia, bellezza e passione, tra Vinicio Capossela e i suoi fan. 25 anni dopo Vinicio ha scritto album e libri di successo, suonato sui palchi di mezzo mondo e con musicisti di tutto il mondo, inventato e diretto un festival, lo Sponz Fest, diventato in tre edizioni uno degli eventi più frequentati e attesi dell’estate irpina.
Capossela e i caposseliani, vera tribù di innamorati del maestro di origini calitrane, questa sera festeggeranno le nozze d’argento: nel festival che omaggia la tradizione dello sposalizio irpino, un concerto nella stazione di Conza-Cairano-Andretta celebrerà i 25 anni di carriera di Vinicio, che su Facebook prepara così i suoi fan all’appuntamento della Notte d’Argento.
25 anni fa, in “All’una e trentacinque circa”, canzone che dava il titolo all’omonimo primo album, il ritornello recitava “tequila bum bum”… era un modo di usare parole che suonassero bene oltre la lingua italiana. Di tequila si continuò a parlare nel secondo lavoro con “Ultimo amore“ (“tequila mariachi e sangria…”) per proseguire con tutto quello che questo liquore evoca, l’idea della frontiera, del deserto, delle serenate, della musica ranchera e nortegna. Un’evocazione spinta fino a Tucson Arizona e a San Antonio, California, dove con Calexico, Flaco Jimenez e Los Lobos sono stati registrati brani che faranno parte del prossimo disco.
La tequila è solo apparentemente un liquore esotico e convenzionale. In realtà si porta dietro una storia, quella dell’agave blu. L’agave, questa pianta miracolosa, che dal deserto tira fuori l’acqua e regala con la fermentazione della polpa un liquore avventuroso.
Ci è sembrato uno sposalizio fortunato celebrare l’anniversario di questi 25 anni da quel primo “tequila bum bum” con la Tequila Don Julio che ha una storia vera alle spalle della sua etichetta. Questo sposalizio ha reso possibile l’allestimento di un grande concerto in un vero luogo di frontiera, la stazione sospesa di Conza-Andretta-Cairano, che sta sotto Cairano, il “paese dei Coppoloni” del romanzo omonimo, in una notte di luna piena. Quasi una sfida, realizzare un allestimento di tale sforzo, con costi importanti che altrimenti avrebbero finito per gravare eccessivamente sul prezzo del biglietto, che si è scelto invece di mantenere accessibile a tutti. In fondo 25 anni è un bell’anniversario di invecchiamento per una storia che potrebbe portare la label “reposado 25 anos” o anche “sponzato 25 anni”, “senza riposo”, nello spirito del festival che la ospita.
Per la prima volta dunque avremo una partnership, anzi uno sponzor, ma adeguato alla serata, una serata di musica di frontiera che mischia storie di diverse radici, che evoca nel letto del fiume, lungo la ferrovia che ci auguriamo riapra presto al treno, il sogno di avventura che sempre ha accompagnato quell’idea di frontiera, anzi… frontera. Bum bum…salute a tutti.
Firmato Vinicio.