E’ tornato in Italia il sindaco di Santomenna, Massimiliano Voza. O meglio, è stato costretto a tornare. Arrestato a Istanbul giovedì sera all’aeroporto. “Mi hanno sequestrato e non mi hanno restituito la fascia tricolore né il cellulare istituzionale“, ha detto appena atterrato a Fiumicino. Stava andando ad Dyarbakir, territorio curdo. A fianco di un popolo che Voza (a sinistra nella foto) ha sempre sostenuto con diverse missioni umanitarie. Medico, voleva raggiungere gli amici del partito progressista filo curdo. “Per festeggiare il capodanno che coincide con l’inizio della primavera. Sono stato bloccato dalla polizia, che mi ha sequestrato il passaporto e i tre cellulari di cui dispongo, anche quello del Comune. E la fascia tricolore. Prima arrestavano solo i sindaci curdi, ora, dopo le ultime scaramucce con alcuni governi europei, sono arrivati a quelli italiani”.
Le autorità di Ankara hanno trattenuto il primo cittadino insieme ad altre persone di varie nazionalità. Grazie a un cellulare che gli ha prestato un altro fermato, cittadino kosovaro, Voza ha contattato il suo legale: Giuseppe Giarletta di Eboli. Tramite due parlamentari, De Cristofaro e Forlenza, è stato chiamato in Consolato italiano a Istanbul e la questione si è poi risolta con il ritorno a Roma. “Ma continuerò a fare tutto il possibile accanto al popolo curdo per la pace, i diritti umani e la lotta di resistenza contro l’Isis“.
Il comunicato di Rifondazione Comunista: “Il sindaco Voza è sempre stato coinvolto in attività di carattere umanitario in supporto della popolazione curda. Il suo respingimento, che segue quello di numerosi altri attivisti italiani, costituisce una chiara dimostrazione dell’arbitrarietà dell’azione delle autorità turche, che utilizzano lo Stato di emergenza quale giustificazione per ostacolare l’attività delle reti internazionali a tutela dei diritti umani“.
Le reazioni in Irpinia. “Esprimo tutta la mia vicinanza al compagno Massimiliano Voza, prima incarcerato e poi espulso dalla Turchia per aver portato il suo contributo ed il suo apporto al popolo Kurdo. Ti ringrazio per aver dato valore, forza e dignità all’intera valle del Sele. Le idee di libertà e pace non si arrestano neanche con il nuovo fascismo di Erdogan“, scrive il consigliere comunale di Senerchia, Claudio Mazzone.