Ci sono la Campania e la Basilicata, c’è Bergamo e Roma. Torino, Firenze, Enna, Reggio Calabria, Sassari e le Marche. La Rete delle università per le aree interne nata venerdì a Matera prende forma dalle esperienze con oggetto i territori interni, le aree marginali e montane, maturate in questi anni in vari dipartimenti di architettura di atenei sparsi su tutto il territorio nazionale. Nella Capitale europea della cultura 2019 la firma della carta d’intenti, alla presenza delle istituzioni materane e campane.
“La rete è una sovrastruttura immateriale che connette università, enti e istituzioni. Oggi non è un momento finale, ma un inizio per proseguire il cammino di ricerca e studio sulle aree interne – spiega Adelina Picone della Federico II di Napoli -. L’intenzione è di porci accanto alla Strategia nazionale Aree interne e ai progetti pilota. Dal nostro punto di vista la Snai costituisce un momento di grande avanguardia, purtroppo rallentata dalle decisioni del Governo nell’ultimo anno, che pone al centro il tema della riattivazione dei luoghi e delle comunità. E spazza via l’equivoco del turismo come veicolo di sviluppo delle aree interne. Chi viene in zone marginali ha bisogno di vivere esperienze. Non è recuperando le pietre che si recupera un borgo. Noi vogliamo essere di supporto sulla ricerca per le aree interne”.
“Qui il turismo non l’obiettivo, a me non interessa. Qui si è verificato un miracolo – dice il sindaco di Matera Raffaello De Ruggieri -, il miracolo di un popolo che si è riscattato e ha cancellato la vergogna, non prendendo però la memoria di ciò che è questa città è da otto millenni. Ma oggi noi siamo lavorando per aggregare con il progetto di vicinato digitale imprese, start up e centri di ricerca. Abbiamo lavorato tutti insieme, ogni materano ci ha messo del suo. Sono arrivati investimenti statali, ma si è attivato anche il supporto dei privati”.
“Abbiamo percepito, nella scelta di Matera come capitale europea della cultura 2019, un segnale importante di nuova e diversa attenzione verso le aree interne del nostro Paese e per questo siamo orgogliosi di lanciare la sfida ambiziosa della Rete di Università per le Aree Interne proprio da questa città unica, che incarna pienamente le bellezze e le potenzialità italiane”, aggiunge Giuseppe Caruso, presidente del Forum regionale dei Giovani della Campania, che sottolinea: “Abbiamo portato qui dalla Regione Campania l’esperienza e il lavoro fatto in questi anni con il dipartimento di Architettura dell’Università Federico II attraverso il master di II livello Arìnt Ri_costruzione dei piccoli paesi, co-finanziata dal Forum e delle Politiche giovanili regionali”.