Calitri e Sponz Fest, Cairano e 7x. Ed altri paesi con altre manifestazioni. Quest’anno c’è un filo più spesso che lega sei realtà irpine, passando per Sant’Angelo dei Lombardi con l’Abbazia del Goleto. E’ il filo che porta a Matera 2019 o viceversa. Il 24 agosto i paesi dello Sponz, ma ovviamente più Calitri che gli altri, saranno capitali europee della cultura per un giorno. E’ una sorta di dono che la città dei sassi fa ai comuni partner. Un dono simbolico, perché starà poi ai nostri protagonisti, nello specifico, sfruttare una piccola grande occasione di visibilità.
Dell’argomento ha parlato Paolo Verri, mente culturale e di marketing di Matera 2019. Lo ha fatto nell’ambito del Goleto Festival ed è stato un intervento-lezione di incredibile lucidità. In sintesi ha detto che la politica, le amministrazioni, fanno bene a disegnare visioni anche a lungo termine. Ma nel frattempo i paesi, con gli abitanti dei paesi, non possono restare a guardare e a sognare. Anche perché, e questo lo aggiungiamo noi, di sguardi lunghi e sogni si può anche morire. I sogni possono pure trasformarsi in rabbia: per il lavoro che non c’è, per i turisti che si vedono solo in estate e via dicendo.
Ed allora i segnali vanno dati, i contenitori vanno riempiti di contenuti, di persone che lavorano e vengono retributite. E’ un po’ un discorso che noi ed altri facciamo ad ogni agosto, ma che vale la pena ribadire. Verri fa riferimento a un ambito culturale, di eventi. Come dire, lo Sponz anche in altri periodi dell’anno. Cairano deve vivere almeno una volta al mese e lo stesso vale per il Goleto, Senerchia, Villamaina e Lacedonia (giusto per citare i luoghi dello Sponz 2019). Ed ovviamente vale per l’Alta Irpinia tutta.
Ciò che tuttavia andrebbe ricordato con forza, quasi ogni giorno, è ciò che manca. Oltre agli eventi ogni mese, e Verri pure lo ha sussurrato, servirebbe che la cultura e gli eventi venissero prodotti dagli stessi paesi che si pongono come faro artistico o culturale per una estate o poco più. Ed allora la vera sfida è quello di creare la cultura, produrre bellezza e non fermarsi a guardarla (quando c’è). Con i comuni che dovrebbero adoperarsi per far suonare i ragazzi mettendo a disposizione spazi e offrendo occasioni. Con i licei che andrebbero coinvolti più di una volta al mese con incontri e workshop di ampio respiro. Con mini-rassegne invernali che coinvolgano tutti i creativi dell’Alta Irpinia. Questa è cultura, il resto sono ammalianti e ingannevoli serate estive. Belle e fugaci.