Spesso ci vuole un “certificato” per parlare di negatività. E allora ben venga il rapporto di Legambiente sulle Ecomafie. Che indica Puglia e Campania al top per i reati ambientali, insieme alla Sicilia. E che per alcune tipologie assegna alla provincia di Avellino la maglia nera a livello nazionale.
Innanzitutto si nota come nel report dell’associazione sia citata un’operazione che pur essendosi svolta prevalentemente in Puglia, ha visto come snodo importante anche Bisaccia. Ricordate? Nel 2014 la D.D.A. di Bari coordina la maxi operazione contro un traffico organizzato di rifiuti, denominata “Black Land”. L’inchiesta si concentra soprattutto nell’area foggiana e permette di sgominare un’organizzazione criminale dedita al traffico illecito di rifiuti su scala nazionale, portando all’arresto di 14 persone, fra cui imprenditori del foggiano e del napoletano. Migliaia di tonnellate di rifiuti speciali non trattati, provenienti da impianti di compostaggio e di stoccaggio, ubicati in Campania, nelle province di Salerno, Caserta e Avellino (Bisaccia per la precisione), venivano smaltiti illecitamente in Puglia, in una enorme voragine ricavata in un terreno agricolo di Ordona.
In Campania c’è un generale calo di reati, ma la situazione resta critica. Non è la peggiore d’Italia solo perché Puglia e Sicilia hanno fatto di peggio. Ma si conferma a livello nazionale la più devastata dal cemento.
3.725 reati accertati, 37 arresti, 1202 sequestri, 86 clan ecocriminali a gestire gli affari. La Campania si conferma la regione più sfregiata dal mattone selvaggio con 835 infrazioni accertate, 14,5% del totale nazionale.
Qui l’Irpinia non ha rivali tra le 5 province e conseguentemente in Italia, con 257 reati registrati nel 2014. E non se la passa bene neanche per smaltimento illecito di rifiuti (tra le prime 15 sempre in Italia). In particolare, parlando di illegalità nel ciclo di rifiuti, 99 infrazioni accertate, 100 denunce, 22 sequestri (1,4% su scala nazionale) e zero arresti.
“L’ecomafia – dice il presidente di Legambiente Campania, Michele Buonomo – è sempre lo stesso mostro che continua a mordere il Paese e a ucciderne la bellezza. Troppo pericolosamente, come raccontiamo da più di 20 anni. L’edizione del 2015 si apre con una buona notizia, una data da ricordare, l’anno della legge che introduce finalmente nel codice penale uno specifico Titolo dedicato ai delitti contro l’ambiente, che punisce chi vuole fare profitti a danno della salute collettiva e degli ecosistemi. Uno strumento fondamentale per combattere anche quella zona grigia, dove impera la corruzione che è diventata il principale nemico dell’ambiente a causa delle troppe amministrazioni colluse, degli appalti pilotati, degli amministratori disonesti e della gestione delle emergenze che consentono di aggirare regole e appalti trasparenti. Necessario un cambio di passo, senza una lotta efficace contro le varie forme di criminalità ambientale non ci potrà mai essere nessuna svolta green in Campania, né il rilancio della nostra economia sotto il segno dell’efficienza, dell’innovazione e della sostenibilità”.