Lioni, l’Irpinia e anche oltre commossa per l’addio a una figura poliedrica, vivace. “Mario guardava a questa terra cogliendo anche tutte quelle sfumature che a molti sfuggivano. Guardava quei particolari non notati perché molti di noi vengono presi dalle attività quotidiane. L’insegnamento che lascia Mario è quello di volgere lo sguardo alle cose e alle persone in maniera più ampia, senza barriere. E noi oggi guardiamo alla sua vita come alla vita di un seminatore”. Sono le parole di don Tarcisio Gambalonga ai funerali di Mario Salzarulo, l’animatore territoriale morto sabato scorso a seguito di un incidente sull’Ofantina.
Parole che ribadiscono il ritratto postato sui social da centinaia di persone, quelle con le quali Mario ha vissuto, collaborato, lottato. E quelle persone, anche sotto la pioggia, arrivano a Lioni nella Chiesa Madre percorrendo le strade squassate dal maltempo o dall’incuria di decenni, dalle buche e dalle frane.
Collaboratori, partner nel lavoro, rappresentanti di associazioni, politici, contadini, fotografi, videomaker e comunicatori. C’era una rappresentanza di tutto il mondo che Mario ha incrociato nella sua vita e della vita in Irpinia degli ultimi 40 anni almeno.
Quelle persone con le quali ogni collaborazione sfociava nell’amicizia o viceversa. Così il presidente della Provincia, Rino Buonopane, si presenta più come amico che come figura istituzionale. E lo stesso vale per tantissimi amministratori, di quell’Alta Irpinia che Mario stava seguendo proprio negli ultimi mesi in quel lungo e faticoso percorso verso lo sviluppo locale o verso uno sviluppo più a fuoco. Mancherà alla famiglia e mancherà agli amici. Mancherà, come figura, a tutti.