«Ho ascoltato il giudizio di Renzi, reso nel corso di un’intervista all’emittente radiofonica Rtl 102.5, sulla ricostruzione in Irpinia secondo cui ci sarebbe stato “uno scandalo squallido e vergognoso”, giudizio che desta una dura irritazione che trova origine non tanto nella non insolita approssimazione renziana, quanto nel fatto che questa è l’ultima di una serie di dichiarazioni fatte a caso negli ultimi giorni, anche dai mezzi di informazione, e che hanno finito di storicizzare i luoghi comuni piuttosto che prendere atto della verità dei fatti». Lo dichiara il deputato Giuseppe De Mita (Udc).
«Infatti – continua De Mita – ci si è lanciati in improvvidi paragoni tra il terremoto dell’Italia Centrale del 24 agosto scorso e quello dell’Irpinia senza alcuna considerazione sulle differenze oggettive di entità ed estensione e sulle specifiche condizioni storiche. A rischio di apparire cinico, paragonare un terremoto che ha riguardato tre Comuni con un terremoto che ha riguardato quasi un’intera provincia, che ha coinvolto centinaia di Comuni e che ha investito due Regioni non aiuta né a capire l’una vicenda né ad evitare possibili errori per l’altra».
«Se si volesse realmente comprendere quello che è accaduto in Irpinia – aggiunge il deputato – per sintesi basterebbe ancorarsi ad un solo numero accertato dai fatti storici: in trent’anni lo Stato per la ricostruzione del terremoto del 1980 ha speso 75mila miliardi di lire, di questi in Irpinia è stata spesa la quindicesima parte: 5mila miliardi, sia per la ricostruzione che per il processo di industrializzazione in otto aree industriali. A distanza di oltre 35 anni, il risultato è di una provincia capace di esercitare, per la qualità del territorio e della ricostruzione, su chi viene ad osservarla con occhi sgombri da pregiudizi, una grande suggestione paesaggistica e culturale. E il giudizio sull’industrializzazione, nel pieno della crisi economica internazionale, potrebbe essere mutuato dalle parole rese proprio da Renzi l’anno scorso quando è venuto in Irpinia a visitare la Ema, oggi 100%, Rolls Royce e azienda leader a livello internazionale, nata proprio con la legge che ha finanziato la ricostruzione post sisma, dicendo che quello è uno dei modelli di come si faccia industria non in Irpinia, ma in Italia».
«Se qualcuno – conclude Giuseppe De Mjta – avesse davvero voglia di ricercare responsabilità politiche su quella vicenda, al di là degli episodi giudiziari che non hanno portato ad alcun risultato, se non rovinare al vita ad alcune persone, questa indagine la si dovrebbe rivolgere alle ragioni, fortemente contrastate all’epoca dei fatti dalla classe dirigente irpina, che portarono ad una indefinita estensione dell’area di intervento che finii per riguardare quasi due intere Regioni, Campania e Basilicata. Siamo stufi come irpini di essere utilizzati per esprimere giudizi senza fondamento da parte di persone che riempiono con i luoghi comuni un vuoto di conoscenza. Ecco perché chiederò immediatamente l’istituzione di una commissione parlamentare che raccolga tutti i dati disponibili presso i Ministeri e le varie istituzioni pubbliche coinvolte e che stabilisca una volta per tutte la verità dei numeri, dei fatti e, dunque, delle responsabilità».