L’emergenza idrica non è ancora finita. Lo ha fatto capire il numero uno dell’Alto Calore, Lello De Stefano, nel corso dell’incontro in Prefettura ad Avellino sul problema dei rubinetti chiusi che ormai da mesi riguarda l’intera provincia irpina. Ariano e Solofra su tutti gli altri centri, ma anche molti paesi dell’Alta Irpinia. E Avellino. In ogni caso il Prefetto Carlo Sessa ha parlato soprattutto del caso Solofra. Un caso che non è affatto locale. “Sono territori che subiscono l’emergenza idrica dopo l’esplosione della vicenda del tetracloroetilene nella falda acquifera nei comuni di Solofra e Montoro”.
Anche De Stefano ha quindi parlato di questi territori. “Che incidono su tutto il sistema Alto Calore, si rinuncia a 100 litri al secondo”. E poi ha chiarito ancora una volta la particolare situazione irpina. “Diamo l’acqua alla Puglia e a Napoli per ottomila litri al secondo e i nostri Comuni soffrono per mancanza della risorsa idrica”.
Ma la mancanze sono tutte della Campania. “Le nostre reti sono fatiscenti, lo sono anche molti impianti. Non ci sono fondi necessari a coprire queste criticità. Ecco perché alla Regione Campania abbiamo chiesto che si rivedano gli accordi”.
Per rendere più efficienti le reti irpine servono almeno 100 milioni di euro, secondo quanto stimato dall’ente di Corso Europa. Ma questo è un ritornello che inizia a stancare, soprattutto perché un progetto organico non esiste. Molti comuni hanno ricevuto fondi dalla Regione per le reti comunali. Ma fino ad ora i risultati non si vedono. D’estate manca l’acqua e spesso manca anche d’inverno. Questo è.
E non è la prima volta che i vari vertici di Alto Calore, di qualunque colore politico, si trovino a settembre per bilanci o buone intenzioni. Il discorso Puglia è anche giusto in teoria, ma se da Alto Calore continuano a parlare di reti fatiscenti dovrebbero guardare in casa propria: o comunque in regione Campania. Troppo facile tirare sempre in ballo gli altri.