Claudio Fava, vice presidente della commissione antimafia, è arrivato in Irpinia questa mattina per un duplice scopo. Dimostrare la propria solidarietà al consigliere comunale di Sel, Giacomo Corbisiero, dopo le minacce subite la scorsa settimana e far visita ad vallo Di Lauro per riaccendere le luci su una zona fortemente danneggiata dalle mafie.
Fava, accompagnato da Raffaele Aurisicchio e Giancarlo Giordano, ha partecipato ad un vero e proprio che l’ha portato a visitare, tra l’altro, anche Villa graziano,bene confiscato alla camorra e sede del maglificio 115 passi. “E’ stata l’ Occasione – ha spiegato Aurisicchio – per fare il punto sullo stato dell’arte con i vertici di Libera ed il neo sindaco di Quindici”. Il giro è terminato in Prefettura dove Carlo Sessa ha riunito i vertici delle forze dell’ordine. “E’ stato un incontro molto interessante – ha continuato il coordinatore provinciale – con il quale abbiamo potuto toccare con mano l’impegno delle forza dell’ordine. Non è scontato. Dentro gli enti locali – ha chiosato – spesso prevalgono questioni di illegalità da porre all’attenzione”.
Un ringraziamento alle forze dell’ordine è arrivato anche da Giordano. Il deputato dil Sel, rinnovando la solidarietà a Corbisiero, ha spiegato quanto sia importante “riaprire una discussione sulla legalità come cultura militante della sinistra. Dobbiamo creare – ha detto – un piano d’azione sul quale tutti i partiti debbano essere stimolati perchè la dolce sensazione dell’isola felice, alla quale ci avevano abituato i vecchi politici, ormai è andata a a farsi benedire. Molte cose accadono, infatti, e non vengono rilevate. La politica deve farsi carico di determinate esperienze, mi riferisco in particolare al lavoro di Libera e alle sue solitudini. Non ci si può affidare alla banale solidarietà. Quella Villa – ha spiegato – è lì ed è osservata da tutti, anche da chi vorrebbe vederla fallire. Corbisiero è l’esempio di chi sostiene quel tentativo di rinascita”.
“Dobbiamo abituarci all’idea che quando ci riferiamo alle mafie e al loro campo d’azione non ci sono periferie, ma frontiere”. A spiegarlo è proprio Fava che, prima di cominciare il suo intervento, ha voluto lanciare un accorato monito:”Siamo chiamati tutti ad una azione di interdizione e proposta. Questa mattina – ha aggiunto – è stato importante confrontarsi con il preferito e le forze dell’ordine. Sono lorro che ci convincono, ancora una volta, a non lasciare questo territorio in balia delle mafie”.
Fava ha anche analizzato il tema dei beni confiscati:” E’ una questione dirimente. Dove si confisca c’è lo stato. Quando alla confisca segue il recupero il bene diventa ancora più importante. Villa Graziano, a Quindici, era lì, arrogante nella sua impunità. Con la confisca siamo pronti a dire che quella non é più casa loro. Quello non è solo un bene tolto a qualcuno, è un bene riconquistato dallo Stato. La riconquista sociale – ha aggiunto – è un terreno sul quale devono impegnarsi tutti, mi riferisco agli amministratori locali ed alla Regione. Ciascuno deve prendersi la propria responsabilità. Ricordo, ad esempio, che Palazzo Santa Lucia aveva destinato 80 mila euro alla cooperativa che aveva rilevato la Villa di Quindici e che si era fatta carico della ristrutturazione, quei soldi non sono arrivati. Si è trattato di un atto di reticenza. La Regione Campania poteva dare un bel segnale. Sulla sorte di questi bene – ha concluso – c’è chi sta a guardare aspettando di vederla fallire. C’è qualcuno che vorrebbe dimostrare che con la mafia si sopravvive e si mangia e che recuperando si fanno solo opere di carità. Non è così, ma questa è una sfida di attese. Vediamo come finisce”.