Lo strumento normativo più atteso dagli ambientalisti della nostra provincia è realtà. Ok dal Consiglio regionale. Quasi unanimità e dichiarazioni di soddisfazione. Esultano anche gli amministratori che si son detti sempre contrari all’eolico, tema che riguarda l’Irpinia e il Sannio in particolar modo. Diciamo subito, a scanso di equivoci, che il piano è molto ampio e che ovviamente non riguarda soltanto l’eolico. Ma volendoci concentrare su questo, qualche sindaco aspetta di leggere il provvedimento nel dettaglio prima di esprimere gioia. Michele Di Maio, sindaco di Calitri, è uno di questi. Molto cauto. E spiega: “Mi riservo di approfondire. A ridosso della famosa assemblea di Bisaccia inviai delle osservazioni. Spero siano state recepite tutte, soprattutto la parte che impedisce le conferenze di servizio per installare le pale eoliche in zone protette. E la parte in cui si fa riferimento alla distanza tra impianti e abitazioni. Una distanza pari, come minimo, all’altezza di tre torri. Vedremo. E vedremo pure se ci saranno eventuali correttivi“.
Mentre gli addetti ai lavori studiano la legge, in Irpinia c’è chi si mobilita. Il Pear impedisce la costruzione di qualcosa di già avviato o no? Materia per amministrativisti, ma gli attivisti dell’associazione Io voglio restare inn Irpinia non si fidano. E partono con la mobilitazione per il lago di Conza della Campania. Al via l’evento social: “Sono iniziati i lavori per la realizzazione di nuovi impianti eolici, questa volta nel territorio di Conza della Campania, nei pressi del Lago e dell’Oasi del Wwf. Si tratta dell’ennesima speculazione da parte di società private che non appartengono all’Irpinia, ma che qui si arricchiscono fatturando milioni di euro ogni anno. A subirne i danni saremo, come sempre, noi abitanti del territorio, le nostre terre e, in questo caso, il nostro paesaggio e l’avifauna dell’Oasi. Per questo, sabato 27 ottobre alle ore 18.00 saremo a Conza della Campania, in Piazza Sandro Pertini, per manifestare la nostra assoluta contrarietà ai nuovi impianti e all’eolico selvaggio“.
Con il Pear, si mira ad adeguare la politica energetica della Regione Campania con quella dell’Unione Europea, in cui le energie rinnovabili sono al centro di tutte le iniziative. Nella relazione si leggono vari passaggi interessanti. “Il complesso degli obiettivi stabiliti per il 2020, è riassunto nella sigla 20-20-20, che indica la di raggiungere: il 20% della produzione energetica da fonti rinnovabili; migliorare del 20% l’efficienza energetica; ridurre del 20% le emissioni di anidride carbonica“. Bisognerà capire nel dettaglio cosa possa significare per la provincia di Avellino e i territori del vento in particolare. Giusto qualche dubbio, ma magari è tutto secondo le aspettative degli ambientalisti. “L’articolo 14 – si legge – prevede la possibilità di incentivare lo sviluppo dell’efficienza energetica e l’impiego di fonti rinnovabili per mezzo di atti della Giunta regionale. Le tipologie sono: programmi di finanziamento di enti pubblici con Università ed enti preposti per la ricerca di base, con anche intervento dei capitali privati per ricerca applicata e sviluppo commerciale; incentivi per progetti pilota nel settore delle fonti rinnovabili e del risparmio energetico finalizzati anche alla riduzione delle emissioni di gas ad effetto serra; incentivazione e co-finanziamento pubblico, da fondi comunitari, nazionali e regionali a favore di interventi con fonti eco-compatibili“. Vedremo. Per le conclusioni definitive aspettiamo la pubblicazione della legge e le eventuali osservazioni da Roma.