Ieri si è registrato un botta e risposta tra due deputati. Carlo Sibilia, M5S. Luigi Famiglietti, Pd. Oggetto dello scontro la proroga del commissario ad acta Filippo D’Ambrosio. Meglio noto come il commissario alla ricostruzione, parliamo del terremoto del 1980, si sta occupando in questi mesi di supervisionare le carte per completare velocemente l’arteria stradale Lioni-Grottaminarda. Sibilia ha chiesto di abolire il commissario e passare tutto a Prefettura o altre autorità. Che è inconcepibile parlare di terremoto dopo 37 anni. Famiglietti ha risposto che la figura è necessaria per snellire l’iter burocratico della tratta. E quindi per completare questa benedetta strada, che è una figura mitologica della quale tutti hanno sentito parlare sin da bambini: come Babbo Natale o come la Ianara.
La proposta di Sibilia è stata bocciata, si va avanti col commissario. Ora però, senza voler prendere le parti di Famiglietti e senza dare addosso a Sibilia, un paio di considerazioni toccherà pur farle. Solo per stabilire una lettura il più possibile imparziale della vicenda. Ogniqualvolta si parla di Irpinia e terremoto si grida allo scandalo. Lo hanno fatto i parlamentari leghisti negli anni scorsi con la storia dei fondi per la ricostruzione, che lo Stato ha previsto anni e anni fa. E si grida allo scandalo ogni volta che D’Ambrosio viene confermato. Il punto è che a noi, e probabilmente al novanta per cento degli irpini, interessa solo che questa strada venga completata. Non bypassando la legge, ci mancherebbe altro.
Ma almeno che si proceda una volta per tutte. I lavori proseguono su due punti in particolare. Grottaminarda e Frigento-Gesualdo. Il cronoprogramma della Regione parla di pochi anni, e del resto De Luca ha scommesso sulla via al tavolo di Nusco. I fondi sono pari a oltre 400milioni, oltre 50 sono a disposizione subito. O sarebbero a disposizione subito. E solo coi fondi realmente in cassa il commissario può accelerare. Ecco perché i 100mila euro per il suo ufficio (non per il suo compenso) ci sembrano francamente un nulla rispetto all’importo totale dell’opera.
Però, al contrario, senza voler prendere le parti di Sibilia e dare addosso a Famiglietti, è pur vero che chi ha incarichi di governo – a Roma come a Napoli, e parliamo del Pd – deve dare risposte sul piano pratico. I tempi degli annunci, lo sanno bene tutti e dal Pd lo sanno anche meglio, sono finiti da un pezzo. Vale per il livello nazionale e per quello regionale, per i grandi progetti o per il progetto pilota. E quindi le risposte piccate servono a poco se non si vedrà un po’ di asfalto a breve.