Potrebbe partire molto presto il progetto del dipartimento dell’Amministrazione penitenziaria per la produzione di mascherine nelle carceri italiane. Sono 25 quelle che hanno al loro interno laboratori di sartoria. L’idea è maturata nei giorni scorsi e vede la Casa di reclusione di Sant’Angelo dei Lombardi in prima linea. Le sartorie, dove vengono impiegati i detenuti, potrebbero essere immediatamente riconvertite per la realizzazione in serie di mascherine di tipo ‘tessuto non tessuto’. Il progetto sabato scorso è stato sottoposto alla Protezione civile e ha avuto il via libera. Prevista pure la certificazione da parte di enti di ricerca.
“Davanti alla grave emergenza che stiamo vivendo, anche la Cooperativa Sociale il Germoglio ha trovato il modo di aiutare a fronteggiare questa epidemia. Ecco, allora, che in collaborazione con la Direzione della Casa di Reclusione di Sant’Angelo dei Lombardi, dell’Asl Avellino, dell’Università Federico II di Napoli, dell’Università degli Studi di Salerno e dell’ente di formazione Consorzio Noesis, abbiamo dato vita ad una linea produttiva di mascherine del tipo chirurgico in TNT, realizzate nel laboratorio di sartoria all’interno del carcere altirpino“, scrive sui social Fiorenzo Vespasiano della cooperativa Il Germoglio.
“Questo anche grazie al supporto della presidente del Consiglio Regionale Rosetta D’Amelio, che ha procurato gli opportuni riferimenti tecnici, utili a dare garanzia scientifica al prodotto”, continua il giovane che poi però lancia l’appello: “Poiché le nostre scorte non sono sufficienti a far fronte alla domanda che ci arriva da tutta Italia, l’appello che vi rivolgiamo adesso e quello di aiutarci a reperire il materiale. I detenuti di Sant’Angelo dei Lombardi sono pronti a fare la propria parte, così come lo sono i tanti agenti della Polizia Penitenziaria, del mondo del Volontariato e della Cooperazione sociale e il personale civile che ogni giorno si spende per far sì che l’istituto penitenziario altirpino continui ad essere un modello di riferimento in Italia. Un sincero grazie alla Direttrice della Casa di Reclusione, Marianna Adanti, al comandante Giovanni Salvati e ai responsabili delle lavorazioni Emilio Cozzolino, Massimo Ballante, Franco Volino e Alessandro D’Aloiso”, conclude.