“Continueremo a dire no al biodigestore a Chianche, se sarà necessario ci incateneremo ai cancelli”. Duro l’attacco del presidente del Consorzio Terre di Tufo, Ferrante Di Somma. A margine della presentazione del Tufo Greco Festival in scena il prossimo week end, Di Somma e il sindaco di Tufo, Nunzio Donnarumma, hanno ribadito la loro posizione in merito all’impianto di smaltimento dei rifiuti che potrebbe essere installato nelle terre del Greco.
“Mastroberardino a Taurasi ha dichiarato che c’è una dramma alle porte, ed è veramente così – ha proseguito Di Somma -. Si tratta di smaltire 30000 tonnellate di rifiuti l’anno. Un forte pericolo per il territorio del Greco, per il continuo viavai di camion dell’immondizia che dovrebbero attraversare 5 comuni, incluso Tufo, a 18 km dall’autostrada. Non siamo contro lo smaltimento dei rifiuti che ovviamente è necessario, ma va fatto con raziocinio. Chianche senza consultarsi con nessuno ha dato disponibilità, e per gli interessi di un sindaco si rischia di affossare un intero settore, quello dell’ecoturismo, che la stessa regione sta cercando di promuovere. E che è l’unico vero futuro per il territorio”.
Intanto sabato 15 la mobilitazione dei comuni in protesta per manifestare il dissenso. Con autoveicoli e mezzi agricoli si partirà proprio da casello Avellino Est, per arrivare all’area PIP nel comune di Altavilla Irpina. “Impianto che arreca anche un danno di immagine alle cantine del Greco. Il Consorzio si farà sentire durante la manifestazione di sabato 15. La regione vuole le ragioni tecniche del no e noi le daremo. Loro devono spiegarci il perché di un biodigestore in un posto non adatto. Se vogliamo uccidere la provincia continuiamo pure. Ma noi non accetteremo mai una scelta fatta con prepotenza ed egoismo”, ha concluso.
Sulla stessa linea il primo cittadino di Tufo, anche lui pronto a battersi contro quella che ha definito una scelta assurda “installazione di un biogestore in un punto bellissimo della Valle del Sabato, rimasto intatto nei secoli. Non possiamo non batterci con tutta la forza contro questa scelta. Perché l’unica risorsa che è rimasta al nostro territorio è un vino di eccellenza e non può essere assolutamente scalfita da qualcosa che ne danneggerebbe l’immagine, oltre che la produzione. Il Greco di Tufo non è un vino solo irpino o campano, è patrimonio italiano”.