Nel pomeriggio di venerdì la notizia dell’approvazione del lavoro finora realizzato dagli amministratori altirpini da parte del Comitato nazionale per le Aree interne. Abbiamo raccolto il commento a caldo di Luigi D’Angelis, uno dei 25 sindaci che ha lavorato negli ultimi due anni e mezzo al Progetto Pilota Alta Irpinia, immaginando come riorganizzare i servizi (scuola, mobilità e sanità) e come frenare lo spopolamento creando occasioni di sviluppo e occupazione, a partire dalla valorizzazione del patrimonio ambientale e dalla costruzione di un’offerta turistica in grado di generare economia.
“L’approvazione della Strategia segna l’inizio di un’azione nuova, condivisa, partecipata e sinergica per offrire una possibilità di sviluppo a questa parte dell’Irpinia – dichiara il sindaco di Cairano – Il mio giudizio su questa esperienza è molto positivo nella consapevolezza che abbiamo fatto un grande sforzo per offrire una possibilità e una speranza a questa terra e soprattutto ai giovani, che sono la vera motivazione per costruire un progetto territorio. A loro abbiamo il dovere di offrire l’opportunità di scegliere e trovare in Irpinia una prospettiva di vita, di lavoro e di crescita. Molto lavoro occorre ancora fare aumentando il dialogo con i cittadini in un progetto che ci farà misurare anche come amministratori in un nuovo approccio che deve sfuggire dalla ricerca del personale, ma all’interno dell’interesse collettivo favorire anche la crescita delle piccole realtà”.
Secondo D’Angelis, “la più grande novità risiede nel fatto che questo progetto è innanzitutto rivolto alle persone che sono al centro della strategia: partendo dai servizi fondamentali, alla valorizzazione del nostro spazio di vita in una prospettiva di crescita e di occupazione. Questo momento non ci fa raccogliere ancora i frutti di un cammino lungo e complesso, ma la strada maestra è segnata e tutti, politici, cittadini, forze sociali, istituzioni siamo chiamati a dare il nostro contributo. Mettiamo in positivo anche le critiche e le opinioni diverse, senza strumentalizzare un progetto imperfetto ma perfettibile, che rappresenta un’occasione unica e irripetibile per tutti”.