C’eravamo anche noi al Castello di Bisaccia quasi due anni e mezzo fa, quando si insediava ufficialmente il tavolo del Progetto Pilota Alta Irpinia. Parve chiaro a tutti che la sperimentazione alla quale si affacciavano i sindaci del nostro territorio sarebbe stata un percorso complicato e faticoso (rileggi qui la sintesi di tutte le tappe). Nella serata di venerdì la svolta con la diffusione di una nota nella quale si legge: “Il comitato tecnico per le Aree interne ha comunicato l’approvazione della Strategia d’Area Alta Irpinia, ritenendola idonea come presupposto per la sottoscrizione del relativo Accordo di Programma Quadro”.
E’ la notizia che attendevamo da almeno due mesi, da quando il governatore della Campania Vincenzo De Luca aveva apposto la sua firma al protocollo d’intesa che stabilisce le risorse regionali destinate al Progetto Pilota altirpino (200 milioni di euro, leggi qui come verranno spesi) e da quando, qualche giorno dopo, i 25 sindaci avevano approvato la Strategia.
“Il presidente della Comunità dell’Alta Irpina e l’Assemblea dei sindaci esprimono viva soddisfazione – si legge ancora nel comunicato – e ringraziamo per l’attenzione mostrata verso questo territorio il Governatore De Luca, la dottoressa Falciatore, Fabrizio Barca, l’onorevole Borghi, la dottoressa Lucatelli, il comitato Aree interne, Pierpaolo Gaudiano, Clelia Fusco e tutti quanti hanno contributi al raggiungimento dell’ambizioso risultato. Un particolare ringraziamento – prosegue la nota – va a Domenico Liotto, che non ha mai fatto mancare il supporto tecnico della Regione Campania. Si apre ora una nuova fase, nella quale si auspica una fattiva e proficua collaborazione da parte di quanti hanno a cuore le sorti di questo territorio”.
Nomi non casuali. Nell’elenco figurano infatti il padre della Strategia nazionale Aree interne Fabrizio Barca e il suo successore nel ruolo di consigliere del Governo Enrico Borghi, che era stato a Nusco a marzo e, in sostanza, non aveva rilevato grossi ostacoli all’approvazione. E ancora: i tecnici e gli esperti del Comitato Aree interne, dirigenti e funzionari della Regione Campania, e infine Invitalia che ha fornito l’assistenza in fase di scrittura e continuerà a svolgere una funzione fondamentale a garanzia della corretta gestione delle risorse. Insomma, un elenco rappresentativo di quelli che finora sono stati gli attori del Progetto Pilota: amministratori, politici, burocrati.
Entro l’estate dovrebbe arrivare la firma dell’Apq. Ma adesso si apre la fase operativa, cioè la traduzione delle idee messe su carta in interventi concreti sul territorio. Con l’individuazione dei soggetti che dovranno realizzarli. Trasparenza e partecipazione sono stati i talloni d’Achille, finora, di questa esperienza: entrambe scarse. Nella nuova fase sarebbe opportuno correggere questi errori, magari diffondendo dei report mensili sullo stato di avanzamento del progetto. Perché, diciamocelo chiaramente, gli ok di Napoli prima e Roma poi suonano come l’ottenimento della maturità dopo un duro percorso scolastico, ma il mondo del lavoro è un’altra cosa. Il compitino è stato fatto (senza volere sminuire lo sforzo realizzato, ndr); bisogna però valutarne l’efficacia, gli effetti concreti, quantificare, maneggiando un po’ di numeri. Una delle sessioni previste nel programma del Forum Aree interne che si terrà in Basilicata a fine maggio riguarda proprio “Come scoprire quali risultati otteniamo? Valutazione “per” e “delle” politiche per le Aree interne”. Un focus interessante dal quale ci aspettiamo che i nostri amministratori prendano appunti.
E siamo disposti a leggerle le valutazioni, a spulciare i documenti purché siano messi a disposizione delle comunità. Perché il Progetto Pilota deve diventare patrimonio dell’intero territorio, perché nel prossimo comunicato stampa festoso accanto ad amministratori, politici e burocrati possano figurare anche i cittadini, le associazioni, le imprese.
(foto di repertorio, assemblea Progetto Pilota – Calitri, luglio 2015)