Cento tonnellate di pellet da riscaldamento contaminato da metalli pesanti quali nichel, cromo, zinco, cadmio e rame sono stati sequestrati dal Corpo Forestale dello Stato. Oltre 300 poliziotti sono stati impegnati in più di 80 perquisizioni in diverse regioni: Lombardia, Piemonte, Campania, Basilicata e Calabria.
Al lavoro anche il Comando provinciale e il Nipaf di Avellino.
L’attività investigativa è stata avviata un anno fa in seguito a segnalazioni di cittadini che denunciavano il danneggiamento delle proprie stufe conseguentemente all’utilizzo di una determinata partita di pellet. L’indagine, coordinata dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Pavia, ha consentito di risalire alla ditta produttrice del pellet, che opera in provincia di Lecco. Si è, così, potuto appurare che la stessa ditta, oltre a produrre pellet, opera anche attività di gestione, recupero e preparazione per il riciclaggio dei rifiuti solidi urbani, industriali e biomasse. Già dall’accertamento visivo, tutto il pellet di un determinato lotto presentava evidenti colorazioni anomale, blu, rosse, verdi.
Le successive analisi – spiega la Forestale – hanno consentito di accertare che la colorazione era causata da una contaminazione del materiale legnoso utilizzato. Dai primi accertamenti si è riscontrata la presenza di concentrazioni indebite di metalli pesanti quali nichel, cromo, zinco, cadmio e rame, anche in concentrazioni significative.