Un grosso elefante riempiva la sala dell’assemblea del Progetto Pilota riunitasi questa mattina a Nusco. Un elefante burocratico tra i cristalli della Città dell’Alta Irpinia, la cui fragilità sul piano politico è da sempre il principale nemico locale al procedere spedito della sperimentazione. Oltre i confini altirpini, invece, l’ostacolo maggiore al raggiungimento dei risultati è rappresentato da una burocrazia che da Nusco a Roma passando per Napoli e fino a Bruxelles imbriglia la Strategia nazionale Aree interne.
Il presidente del Progetto Pilota, Ciriaco De Mita, vede l’elefante già da qualche tempo: ha segnalato in più di un’occasione il timore che, mentre a Roma il cambio di Governo ha messo in stand by la cabina di regia politica della SNAI, possa palesarsi ulteriormente la difficoltà di procedere con tempi europei per la realizzazione degli interventi previsti nella Strategia approvata dai sindaci. De Mita vede l’elefante che di settimana in settimana si nutre delle contraddizioni di quel soggetto ibrido messo al mondo con la nascita della Città dell’Alta Irpinia. Si nutre e si ingrossa, ma intanto tra un anno a Nusco si vota e il sindaco-presidente dovrà decidere se ricandidarsi a oltre 90 anni e, nel caso lo facesse, dovrebbe garantirsi l’elezione per poter raccogliere i frutti del lavoro seminato in questi tre anni abbondanti di Progetto Pilota.
Allora l’ex premier da qualche mese sta provando ad accelerare. “Un ministero delle aree interne, come suggerito dal nostro amico di Bisaccia (Franco Arminio, ndr) – ha detto nell’assemblea nuscana – sarebbe desiderabile, ma quelli che sono oggi a Roma non mi pare abbiano questa prospettiva”. E ancora: “Secondo me la creazione dell’azienda forestale ha bisogno di tempi più lunghi rispetto a quelli di spesa dei fondi”. Il riferimento è alla durata del ciclo di programmazione europea iniziato nel 2014 e che dovrebbe terminare nel 2020, il che significa che entro due anni le risorse erogate da Bruxelles attraverso la Regione dovranno essere state messe a bando, assegnate, spese e rendicontate. Un obiettivo ad oggi davvero ambizioso vista la lentezza con la quale l’elefante Progetto Pilota è costretto a procedere.
Stamattina si parlava di una misura specifica del Psr (la 16.7), da 200mila euro, utile alla definizione di un partenariato pubblico-privato (un’ats) con all’interno anche le due Comunità Montane per la progettazione degli interventi relativi alle foreste. Sfruttamento delle biomasse, produzione di CO2, realizzazione di percorsi per il turismo montano, alcune delle ipotesi in campo. “Lavoreremo a una manifestazione di interesse in modo che anche quei soggetti che finora hanno avanzato lamentele per il mancato coinvolgimento, possano entrare in gioco e venire allo scoperto”, ha spiegato Luca Lo Bianco, l’esperto di Fondazione Montagne Italia che si candida a essere il soggetto capofila dell’accordo. “Ci attende un processo a geometria variabile – ha continuato – nel quale verranno utilizzati fondi di provenienza diversa, procedure diversificate, partner che cambieranno a seconda delle azioni”.
L’elefante appunto. La Città dell’Alta Irpinia è un soggetto che ha non la possibilità di spendere in autonomia, che si propone come un insieme di Comuni, ma non può candidare direttamente progetti. Che, fatta eccezione per i fondi nazionali destinati alla sanità, non può attingere da un budget dedicato, che deve mostrarsi competitivo per accedere ai finanziamenti al pari di altre realtà. Il tutto mentre, ogni dodici mesi, cambia qualche amministrazione o qualche sindaco, e il patto politico alla base della Strategia per l’Alta Irpinia viene messo in discussione perché cambiano gli uomini e con essi potrebbero anche cambiare gli orientamenti dei singoli Comuni sui diversi argomenti.
E forse per questo, ora molto più di prima, De Mita prova a chiamare in causa le comunità, le popolazioni. “Non ho mai fatto nulla in vita mia, anche quando avevo altri ruoli, senza che la gente lo volesse – ha dichiarato il sindaco di Nusco – E’ mio desiderio discutere nelle comunità”. Per il momento però deve continuare a discutere con i sindaci: quelli da sempre critici, quelli che leggono tutte le carte, quelli disattenti o assenti, quelli che alla fretta di De Mita preferiscono la cautela di chi vuole arrivare all’obiettivo magari un anno dopo, avendo ben capito e con la certezza di poter dare ai propri concittadini risposte precise su come e chi ha speso le risorse del Progetto Pilota.