“Noi abbiamo in testa il modello della raccolta differenziata, degli impianti e della partecipazione. L’impiantofobia diffusa nasce dalla carenza di un’adeguata informazione sulle cose. Noi vogliamo affermare un’idea positiva. Qui stiamo discutendo da più di un anno dove si deve fare un “fetente” di impianto. Non è normale”. Sono parole del vicepresidente della Regione Campania Fulvio Bonavitacola nel corso dell’appuntamento di questo pomeriggio nella sede dell’Unione degli Industriali in via Palatucci ad Avellino che ha visto confrontarsi sul tema dei rifiuti i vertici istituzionali e imprenditoriali della provincia, oltre al manager Chicco Testa, attualmente Amministratore Delegato e Presidente di Telit Communications, Presidente di Sorgenia, e già Presidente di Legambiente; Mariateresa Imparato guida di Legambiente Campania; il Presidente della Provincia di Avellino Domenico Biancardi e il Presidente dell’Ato Rifiuti Valentino Tropeano.
L’esponente della Giunta, delegato all’Ambiente, aggiunge: “Io ringrazio il sindaco di Chianche, ma la Regione non individua siti. Dovete dire dove volete portare l’organico, altrimenti pagherete una cifra sempre crescente per portarlo a Padova in tariffa. La Regione ha messo il ciclo nelle mani dei comuni. So bene che ci sono difficoltà organizzative, ma bisogna venirne a capo. Dimensioniamo l’impianto anche in base alle percentuali della raccolta differenziata”.
La questione è nota. L’Irpinia ha bisogno di un secondo impianto per il trattamento dell’umido, da affiancare a quello già esistente e sul quale si sta lavorando per ampliarlo, di Teora. Il Comune di Chianche aveva dato disponibilità a ospitarlo, ma ha trovato le resistenze dei paesi e degli imprenditori dell’area, vocata alla produzione del Greco di Tufo Docg. Ad oggi però non è stata trovata dall’Ato rifiuti insieme ai sindaci una soluzione alternativa, utile a rispondere al fabbisogno della provincia.