Negli ultimi 3 anni il numero di suicidi e tentati suicidi nella provincia di Avellino è in diminuzione rispetto all’anno terribile del 2014. Tuttavia la situazione, stando al resoconto della Cisl IrpiniaSannio, resta drammatica. Nel 2017 si contano già più vittime dell’anno scorso e anche del 2015.
Il picco si è raggiunto tra il 2012, con 33 suicidi e 21 tentati suicidi, e il 2014, con 41 suicidi e 14 tentativi. Nel 2013 il numero dei tentativi, 31 casi, supera di poco quello delle morti per autolesionismo, 29. Proprio ieri l’ultimo triste avvenimento in Irpinia, un 52enne di Carife si è lanciato da un cavalcavia, facendo salire il bilancio del 2017 a 20 casi, mentre sono 7 i tentati suicidi quest’anno.
Dati preoccupanti che emergono dal dossier. Nonostante la Campania risulti la regione che registra meno suicidi rispetto alla media nazionale, subito dopo il Vallo di Diano, è la provincia di Avellino l’area più sensibile all’autolesionismo. Ed è in alcuni paesi dell’Alta Irpinia e della Valle Ufita che si concentra il maggior numero di casi e, in particolare, nei comuni di Ariano, Mirabella, Montella, Sant’Angelo dei Lombardi, Calitri, Grottaminarda, Nusco, Lioni e Gesualdo.
“La situazione resta preoccupante in Irpinia – ha dichiarato il segretario Cisl IrpiniaSannio Mario Melchionna – perché nella nostra provincia avvengono ancora molti suicidi. In alcuni paesi più che in altri. Approfondiremo la questione per capire come mai”. Intanto le cause, secondo l’osservatorio UST Cisl Irpinia Sannio, possono essere rintracciate nell’isolamento sociale. “Il suicidio è frequentemente espressione di un estremo tentativo di comunicazione oppure la conseguenza di un fallimento nel comunicare”, come riportato nel dossier. Altro fattore di rischio è dato dal disturbo bipolare che, secondo lo studio, ha una elevata incidenza.