Francesco Todisco, esponente della sinistra irpina con Mdp-Articolo uno, è il neo consigliere per le aree interne del governatore della Campania Vincenzo De Luca. Una nomina politica, arrivata venerdì, che lo vedrà impegnato su vari temi, a partire da infrastrutture, occupazione e sanità. E non soltanto in Irpinia.
Todisco, consigliere delegato alle Aree interne non significa consigliere al Progetto pilota Alta Irpinia.
Assolutamente no. Anche perché un ragionamento sulle aree interne contempla un investimento non solo economico, ma pure culturale. Il Progetto pilota è un’esperienza significativa rispetto alla quale voglio pormi in modalità di ascolto degli amministratori con garbo e con spirito di collaborazione, cercando di esaltare quell’esperienza e portandola ad avere risultati migliori. Per me però questa delega, nel contesto irpino, contempla un ragionamento su tutta la provincia e pure sulla stessa città di Avellino. Credo che il capoluogo sia in crisi di vocazioni, funzioni e status da anni proprio perché rappresenta ora un territorio debole. Storicamente è sempre stato così.
Escludiamo quindi un Francesco Todisco seduto e partecipe ai tavoli del Progetto pilota? Manterrà una posizione più defilata?
Terrò una posizione di ascolto e collaborazione con tutti gli attori che sin qui hanno seguito e siano interessati al Progetto pilota. Raccogliendo le loro istanze, mi farò portatore nei confronti della Giunta e del presidente De Luca delle esigenze che emergeranno. Mi faccia dire una cosa.
Prego.
Tengo a sottolineare che il ragionamento sulle aree interne è qualcosa di più complessivo in materia di investimenti sul territorio per infrastrutture e accessibilità, recupero di presenza delle articolazioni dello Stato sul territorio e di organizzazione dei servizi sanitari e sociali. Finora la Giunta regionale ha fatto molto. Dei 550 milioni spesi per le strade tanta parte è stata spesa qui. Ricordo che con Caldoro piangevamo la chiusura di plessi ospedalieri. C’è tanto ancora da fare, ma sono determinato a contrastare un cliché in ogni modo. Le nostre aree interne non sono i luoghi della dimenticanza, della malinconia, della cartolina. Nella testa di molti c’è il concetto del bello che fu. Noi invece dobbiamo lavorare per ridare un senso di comunità dignitosa, con investimenti produttivi e industriali o sul turismo, che non siano quella roba episodica cui siamo abituati. Ma le aree interne devono essere vissute innanzitutto da chi decide di restare qui, e non da chi viene in modo sporadico.
Questo significa occupazione, innanzitutto?
Certo. Penso al Piano lavoro per rinnovare gli enti locali disertificati in competenze e funzioni, e al sostegno all’apparato produttivo esistente. Le Zes sono una grande opportunità per l’industria e io credo che i siti industriali dell’Alta Irpinia vadano ricompresi in questo ragionamento. Ci stiamo lavorando con l’Asi Avellino e l’assessore regionale alle Attività produttive Marchiello. Le aree Zes individuate sono quasi tutte sature, allargare sarebbe doveroso.