Dati allarmanti sul gioco d’azzardo. Morra De Sanctis presenta numeri drammatici per quanto riguarda i soldi spesi pro-capite e la presenza di apparecchi da gioco per numero di abitanti. 3.877 euro spesi pro-capite, quattro volte la cifra avellinese che è comunque alta. A Morra la concentrazione di macchinette è di 22,1 ogni 1000 abitanti.
“Ma più che all’interno di Morra, bisogna considerare gli apparecchi presenti su una strada con un flusso di traffico elevato come l’Ofantina. Ci passano operai, professionisti, e chiunque di loro potrebbe essere un giocatore d’azzardo. Ovviamente sono gli appartenenti alle fasce deboli che potrebbero tentare maggiormente la fortuna, ma provenienti da ogni parte e magari solo di passaggio sull’Ofantina. Per cui non è detto che siano gli abitanti di Morra De Sanctis a contribuire al quadro negativo che emerge a fine anno”, dice Gerardo Di Pietro, consigliere con delega al Sociale.
A Morra, in altre parole, la situazione non sarebbe catastrofica. “A parte qualche famiglia che ha difficoltà economiche per mancanza di lavoro – spiega Di Pietro – non si registrano grosse problematiche nel nostro paese. E questo significa che, se realmente sono gli stessi cittadini a giocare tanti soldi, evidentemente hanno la disponibilità economica per farlo. Una scelta soggettiva che sicuramente incide sulla famiglia, ma non si tratta degli stessi nuclei familiari che hanno difficoltà ad arrivare a fine mese”.
I dati sul gioco diffusi dall’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli sono critici anche per altre realtà, vedi Lioni. “Però è singolare – continua Di Pietro – che gli italiani si rendano conto solo ora di quanto siano consistenti gli introiti dello Stato derivanti dal gioco d’azzardo. Si parla di 30-40 miliardi, soldi che potrebbero evidentemente andare a ridurre alcune delle problematiche di chi nel gioco cerca una speranza per migliorare la vita. Ma purtroppo non è facile individuare il ludopatico, non ammetterebbe mai di esserlo”.
Ma qual è l’intenzione dell’Amministrazione comunale per cercare di porre un freno a questa situazione? E c’è questa intenzione? “È chiaro che facciamo appello a tutti a riflettere sui dati emersi in questi giorni, anche se non è una situazione nuova – ha detto Di Pietro -. Ma ci impegneremo in un’azione combinata con il consorzio dei servizi sociali e con l’Asl per aprire uno sportello d’ascolto. E in quel caso dovranno essere anche le famiglie interessate a compartecipare spingendo l’eventuale ludopatico a farsi aiutare”.