Disattenzioni in fase difensiva, torti arbitrali, infortuni e anche tanta sfortuna sono i motivi dell’avvio di campionato disastroso per l’Avellino di mister Tesser. Sei punti in otto partite sono davvero pochi per una squadra partita con ben altre ambizioni e che adesso si trova ad affrontare una realtà molto più cruda e a lottare per un altro obiettivo: la salvezza.
Salvezza? Cosa sarà mai questa sconosciuta? Questa parola torna a tormentare le menti di tutti i tifosi bianco-verdi, dopo due campionati di Serie B trascorsi al vertice, che hanno visto l’Avellino sfiorare i play-off al primo anno e ad affrontarli, sfiorando la finale con il Pescara, la passata stagione. Certo per nessuno è facile accettarlo, ma questo è quello che dice la classifica di Serie B dopo otto giornate. Bisogna che tutti, dai dirigenti ai calciatori, dall’allenatore ai tifosi, si calino nella nuova realtà per cercare di uscirne in fretta. Ora più che mai c’è bisogno di unità e compattezza nello spogliatoio e in tutto l’ambiente circostante. Tutti devono remare nella stessa direzione per uscire al più presto da questo periodo nerissimo. E invece in tanti già chiedono la testa di Tesser, altri invocano il presidente a mettere in anticipo mani al portafogli, altri ancora addossano le colpe ai singoli calciatori. Non è così che si esce da un periodo di crisi.
Non è colpa di Tesser se sull’1-0 in casa contro il Brescia e a tre minuti dalla fine del primo tempo Arini (il migliore in campo) sbaglia un rinvio davanti alla propria porta, regalando il gol del pareggio ai lombardi. Non è colpa di Tesser se a Livorno viene concesso un rigore inesistente ai toscani, con espulsione annessa di Biraschi. Non è colpa di Tesser se col Novara viene annullato un gol regolare a Trotta e via discorrendo. Certo in altre occasioni l’allenatore ha avuto le sue colpe, ma sta di fatto che all’Avellino mancano almeno sei punti, che lo proietterebbero in ben altre posizioni di classifica. I problemi ci sono, inutile negarlo, soprattutto in fase difensiva, unica incognita d’inizio stagione, per adesso rivelatasi fatale.
Adesso sta all’allenatore riuscire a porvi rimedio trovando le giuste soluzioni nel più breve tempo possibile. Perché la risalita in questo campionato non è affatto impossibile: chiedere al Vicenza che fino a un terzo dello scorso campionato era all’ultimo posto in classifica, ma che poi, proprio vincendo al Partenio-Lombardi contro l’Avellino, iniziò quell’ascesa che lo portò fino al terzo posto nella graduatoria finale. Certo non è mai facile ripetere simili imprese, ma le basi e le qualità ci sono. Sta a Tesser tirarle fuori e anche in fretta se vuole arrivare a gustarsi il panettone…