A Sant’Angelo dei Lombardi, il paese simbolo del sisma del 1980, il paese con più morti, si sta lentamente chiudendo la lunghissima fase della ricostruzione. Come in altri centri, anche qui si aspettano gli ultimi fondi: mancano circa 800mila euro e poi si chiuderà ufficialmente il capitolo. Il paese ha ancora delle ferite evidenti, segni del dopo-terremoto come l’ex caserma dei carabinieri dove trovò la morte il capitano Pecora. E si spera che adesso Sant’Angelo sia un paese sicuro sul fronte degli altri edifici vecchi e moderni. Un centro storico interamente ricostruito, nuova edilizia a ridosso del paese, strutture pubbliche innalzate da poco e importanti scuole su cui comunque ci ritorneremo.
Oggi ci interessa sapere cosa avverrebbe con una forte scossa di terremoto (leggi anche speciale su Lioni). Parliamo di piano di protezione civile comunale, vie di fuga, centri strategici. Si può sintetizzare dicendo che tutto appare coerente. Il paese ha diversi spazi previsti per soccorritori e ricovero. Aiuta molto presenza dell’ospedale e delle tre strutture dei vertici zonali di Carabinieri, Polizia e Guardia di Finanza. Da citare anche le associazioni Misericordia e Croce Rossa. Ma esiste qualche zona d’ombra rappresentata da strutture mai aperte o addirittura chiuse dopo pochi anni di attività. Entriamo quindi nel dettaglio.
In caso di un evento catastrofico è prevista una grande area di “ammassamento dei soccorritori” nel nuovo stadio. Il vecchio campo sportivo verrebbe invece adibito ad area di ricovero. Un’altra grande area di ricovero è stata collocata ipoteticamente nel piazzale del parco intercomunale (seconda foto in basso), a circa due chilometri dal centro in direzione Guardia Lombardi. Da ricordare la presenza in paese di vari “centri strategici” rappresentati dalle caserme delle forze dell’ordine, dagli uffici della Regione in via Petrile, dal Municipio stesso, dal Coc e dal Com. Cosa sono gli ultimi due? Per ricordarlo arriviamo subito nelle criticità. Il primo è il Centro Operativo Comunale, responsabile delle attività a livello comunale-locale, il cui massimo punto di riferimento è il sindaco oppure un suo delegato. A Sant’Angelo come in molte realtà coincide con il Municipio: e fin qui nessun problema.
Il problema è il Com, il centro operativo misto. A Sant’Angelo si è pensato di unire più Comuni in questa struttura ipotetica. Lioni, Rocca, Villamaina, Torella e Guardia. Ipotetica perché non è mai stata “messa alla prova” a livello burocratico e pratico, e qui diciamo fortunatamente. Probabilmente sarebbe auspicabile un piano di protezione civile intercomunale come si sta cercando di fare tra Montella, Volturara e altri comuni di quel circondario.
E arriviamo a un’altra struttura, classico esempio di incompiuta. Si trova tra il centro e l’ospedale, nei pressi di località Quadrivio. Fu voluta dalla Regione Campania, una sorta di centro di protezione civile che potrebbe essere utile in varie situazioni (anche in caso di forti nevicate, si pensi al 2012). Edificio nuovo e costoso, più di cinque milioni di euro (prime due foto in basso). Mai aperto nonostante ripetuti appelli. “Adesso – fa sapere il sindaco Rosanna Repole – stiamo provando a convincere la Regione ad aprirlo per ospitare mezzi dei vigili del fuoco. Oppure per farne un luogo per le associazioni del territorio iscritte alla Protezione Civile”. L’edificio appare utile, anche perché il vicino piazzale dell’ospedale non è messo benissimo. La eli-superficie sarà pure attrezzata, ma è pur sempre una. E quasi sempre circondata da un maxi-parcheggio improvvisato (terza e quarta foto in basso). Come e dove verrebbero spostate le auto in caso di forti scosse per far spazio agli elicotteri?
Sul capitolo degli edifici pubblici si registrano criticità nel palazzo degli uffici (dove è situato l’Inps). Qualche giorno fa il tetto è stato danneggiato a causa delle piogge. Qui come nella scuola primaria (un milione e quattrocentomila euro) sono stati previsti dei fondi per migliorare la sicurezza.
A Sant’Angelo non si può ragionare come se il 1980 fosse una tragedia irripetibile. Un piano di protezione civile, per quanto sia fatto bene, non è sufficiente. “Di sicuro non basta – commenta il sindaco -. Stavamo già pensando di cooperare con le scuole e con le associazioni per informare grandi e piccoli sui corretti comportamenti da tenere in caso di sisma. Ora l’Italia continua a tremare e la necessità di rafforzare le azioni di prevenzione diventa impellente. Assicuriamo il nostro impegno già nelle prossime settimane”.
Chiudiamo ricordando il “Cima” di via Petrile. Qui non si tratta di emergenza ma di prevenzione. Il centro si occupava del monitoraggio ambientale ed era composto da giovani ricercatori. E’ stato aperto e chiuso dalla Regione qualche anno fa. Rappresentava uno strumento valido in ottica di studio e prevenzione dei fenomeni, aveva un valore simbolico e scientifico di indubbia importanza. Aspettiamo la prossima finanziaria regionale per capire se ci siano possibilità di vederlo nuovamente operativo.