E’ l’unico candidato del Movimento Cinque Stelle cresciuto in provincia, anche se oggi abita come i suoi colleghi di avventura ad Avellino Città. Luca Carosella appartiene alla generazione dei trentenni pentastellati irpini, molto attivi da anni sul territorio.
Avvocato, crede che l’essere localizzati tutti su Avellino sia un limite per la vostra campagna elettorale in termini di capacità di rappresentare la provincia nella sua interezza?
La presenza di quattro candidati tutti di Avellino dipende dal fatto che in provincia ci sono ancora pochi attivisti, mentre ad Avellino città c’è una presenza maggiore, anche se stanno iniziando a svilupparsi Meetup e gruppi che lavorano bene in diversi punti del territorio. Noi però ci consideriamo dei portavoce e non dei rappresentanti dei cittadini, per cui non abbiamo a cuore le sorti di un luogo o di un’area precisi, bensì di tutta l’Irpinia. Ne abbiamo già dato prova con il caso Vallata, ad esempio, dove il pediatra ormai è presente a giorni alterni, e con il nostro deputato Carlo Sibilia abbiamo portato la questione nell’aula di Montecitorio su sollecitazione dei cittadini. Certo, avere dei Meetup più diffusi ci permetterebbe di farci conoscere meglio, ma noi porteremo in Regione i problemi dell’intera provincia.
Quale risultato vi farebbe uscire “vincitori” dalla contesa delle Regionali, sia a livello generale che come gruppo irpino?
Su base regionale giochiamo sicuramente per vincere: al momento i sondaggi ci danno un po’ indietro, ma sappiamo anche che molti degli elettori decidono come e chi votare negli ultimi tre giorni. Il 20% tuttavia sarebbe un risultato soddisfacente e in grado di farci esprimere 7-8 consiglieri. Come Irpinia crediamo di poter portare un consigliere a Napoli.
Perché gli irpini dovrebbero votare proprio lei?
Sono attivista da quattro anni e conosco da vicino le vertenze e i problemi del territorio, anche della provincia, avendo vissuto per anni a Pietradefusi. Il mio lavoro in banca poi mi consente di toccare con mano le difficoltà della gente e delle imprese. Noi del Movimento Cinque Stelle non siamo dei geni, siamo consapevoli del fatto che ci sono persone valide in tutti gli schieramenti. Però facciamo dell’onestà il nostro cavallo di battaglia e infatti siamo gli unici a non prevedere seconde chance: chi sbaglia paga ed è fuori. Così come non ci sono persone con problemi giudiziari nelle nostre liste.
Mettendo da parte la teoria e facendo un esempio concreto, c’è un’istanza di cui lei in particolare si farebbe portavoce?
Io nel Movimento mi sono occupato di bilancio e territorio, due voci strettamente connesse perché facce della stessa medaglia. Abbiamo a disposizione come Irpinia un territorio che è una miniera d’oro. Volendo fare una citazione illustre, direi che siamo stati baciati da Dio e dimenticati dagli uomini. Dovremmo puntare tutto su agroalimentare e turismo e rimettere al centro, come insegna Latouche, la riscoperta della territorialità.
A proposito di Latouche, l’economista è recentemente stato a Sant’Angelo dei Lombardi in Alta Irpinia. Che idea si è fatto lei del Progetto Pilota Aree Interne?
Sappiamo quello che leggiamo, cioè al momento molto poco. Credo nella bontà di un progetto che vuole dare nuovo impulso a questa area della provincia, ma poi come spesso accade le idee camminano sulle gambe degli uomini e il successo della sperimentazione dipende molto dagli attori che la animeranno. Se saranno sempre i soliti, spenderemo denaro inutilmente senza produrre sviluppo. Un po’ quello che accade con i fondi Ue.