“Una spiegazione doverosa la meritano i tanti attivisti ed elettori del M5S rispetto alla nostra scelta di votare il candidato del Pd alla presidenza del Consiglio regionale”. Così in una nota i 7 consiglieri regionali del M5S. “Abbiamo avuto – hanno scritto – molta pressione e nelle settimane precedenti, abbiamo respinto in ogni modo il tentativo di sancire il principio che un cittadino, in questo caso De Luca, fosse al di sopra della legge; tanto che fino a pochissimi giorni prima del consiglio neppure sapevamo se la consiliatura sarebbe iniziata o se, come auspicavamo, si sarebbe arrivati allo scioglimento del consiglio ed a nuove elezioni”. Sull’elezione a Presidente del Consiglio regionale della Campania, i pentastellati: “il nome di Rosetta D’Amelio sembrava rispondente ai criteri oggettivi che avevamo richiesto. E così il 9 luglio al primo Consiglio abbiamo espresso il nostro sostegno non alla persona, sia chiaro, bensì a dei valori di principio che avevamo posto come cardine per il ruolo di presidente, quale figura istituzionale di garanzia del Consiglio tutto”. Successivamente, “grazie alle segnalazioni giunte dai territori, e come riportato da notizie di stampa, siamo venuti a conoscenza della condanna a sei mesi di reclusione per abuso d’ufficio ottenuta dalla stessa D’Amelio non più tardi del 2007. Condanna sospesa e perciò non presente nel casellario giudiziale. Avessimo interpellato prima gli attivisti dei territori, condividendo con loro i possibili dubbi su una scelta così importante, non saremmo incorsi nell’errore di votarla. Un errore di metodo, la non condivisione, che ci ha condotto ad un errore di merito: votare una persona condannata”.
Ma la D’Amelio non ci sta e replica a stretto giro su Facebook rassicurando i colleghi d’Aula: “I consiglieri regionali del Movimento 5 Stelle possono stare tranquilli. In data 21 marzo 2011, infatti, la sentenza della Corte d’Appello di Napoli ha cancellato il reato”.